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Blitz Naumachia: la truffa con i soldi falsi ai trafficanti calabresi, un latitante preso

Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.

Laura Distefano

14 Luglio 2025, 15:02

blitz_naumachia

La prima notizia è che Benedetto (all’anagrafe Benito) Pastura si è costituito. Quindi all’appello dell’operazione “Naumachia” - scattata giovedì mattina - manca all’appello solo un indagato.
Pastura è un volto noto della cerchia dei Nizza: l’ultima volta era stato arrestato nel blitz “Stella Cadente” che riguardava proprio lo spaccio all’ombra delle dimore di Daniele e Salvatore Nizza, entrambi in carcere da tempo. La figura centrale dell’inchiesta di due giorni fa è invece il fratello Giovanni, che dal carcere e attraverso la moglie riusciva a fare da regista agli affari del clan Santapaola-Ercolano. E inoltre riusciva a far sentire forte la sua presenza, nonostante la detenzione, anche attraverso manifestazione di potere come quella dello stendardo con vergato il suo nomignolo “Banana” issato sulla candelora dei pescivendoli durante la festa di Sant’Agata di tre anni fa. Ma è stato raggiunto dalla misura anche il figlio di Nizza, Natalino, che era già in carcere per l’accusa (ammessa) di essere stato il mandante dell’omicidio di Enzo Timonieri nel 2021.


Per depistare, Nizza jr e Sam Privitera, oggi collaboratore di giustizia, addebitarono la scomparsa di “Caterina” Timonieri alla truffa ai calabresi per una fornitura di tre chili di cocaina che si è consumata nel 2020. Le cimici dei carabinieri erano accese in quel periodo. E nell’ordinanza di oltre 400 pagine c’è un capitolo dedicato proprio alla frode ai narcos. I protagonisti sono Privitera, Giovanni Magrì, Timonieri e Giovanni Costanzo (detto “addia”, ancora irreperibile). Secondo le dichiarazioni del pentito ed ex reggente dei Nizza, Salvatore Scavone, furono Timonieri e Costanzo a occuparsi di prelevare la droga e consegnare il borsone con il denaro falso. Michael Sanfilippo, l’assassino che ha fatto trovare il cadavere di Timonieri, ha saputo che dalla punta dello Stivale si pianificava la vendetta: «Preciso che il calabrese cercava “quello con la barba” ovvero Enzo Timonieri, perché mi disse che voleva “darlo in pasto ai porci”, e ciò credo perché Timonieri quando si incontrarono fece molto lo spavaldo».