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Broker intascò 130.000 euro di assegni col trucco dell'inchiostro cancellabile: dopo 8 anni i risarcimenti

Mamma e figlio investirono i loro risparmi in titoli inesistenti, ora finalmente hanno recuperato i soldi truffati

Laura Distefano

27 Dicembre 2022, 18:11

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La truffa “dell‘inchiostro cancellabile” fu servita. Due palermitani, mamma ottanenne e figlio, rimasero vittime tra il 2013 e 2014  di un broker che intascò una serie di assegni per la somma di 130 mila euro per l’acquisto di una serie di prodotti finanziari  sostituendo il nome del beneficiario (in questo caso la società di investimenti) con il suo.  Al momento della firma, infatti, il promotore finanziario consegnò agli ignari clienti una penna con inchiostro cancellabile (quella che eravamo abituati a usare da bambini, ndr) che gli permise di poter facilmente cambiare l’intestazione a suo favore.

 La buona notizia è che le due vittime, assistite dall’avvocato  Luigi Bonanno Feldmann, hanno ottenuto la restituzione dei loro risparmi attraverso una sentenza emessa pochi giorni prima di  Natale dalla V sezione civile del Tribunale di Palermo.   

Mamma e figlio si allarmarono qualche anno fa quando lessero alcuni articoli di stampa in cui il broker (poi finito anche al centro di un’inchiesta penale) si autodenunciò di «avere raggirato e trafugato i conti di parecchi investitori suoi clienti». Immediatamente i due chiamarono la società che ammise che del loro investimento non «restava alcun residuo in quanto»  il consulente «se ne era appropriato a più riprese».

Il giudice palermitano ha ritenuto  provato che «il promotore finanziario  ha indotto» i due clienti  «ad effettuare degli investimenti rilevatisi poi inesistenti». Su questa base il Tribunale «in accoglimento delle domande proposte» dai due palermitani  ha «condannato» la  finanziaria «al pagamento dell’importo di 196.375,95 euro (sorte rivalutata e interessi)». Va precisato che la società potrà rivalersi sul  truffatore. 

«La sentenza ci soddisfa -  ha commentato l’avvocato Feldmann - perchè i clienti non solo potranno recuperare tutte le somme, ma riconosce anche in favore dei truffati il danno non patrimoniale, tuttavia mi rammarico che sia stata rigettata la domanda risarcitoria afferente il danno patrimoniale da lucro cessante (cioè l'eventuale plusvalenza ottenibile qualora l'investimento fosse stato realmente effettuato), con motivazione censurabile ed erronea in diritto per cui riservo - ha annunciato  - appello su tale capo di sentenza». 

Per i due palermitani è stato un «bel regalo di Natale» in quanto da tempo avevano perso le speranze di ottenere indietro il denaro investito.