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Cronaca

Calendario scolastico 2018-’19, scoppia polemica

Di Redazione |

PALERMO – «Venerdì scorso l’assessore Lagalla ha firmato il calendario dell’anno scolastico 2018/2019, apportando però qualche modifica, per un totale di 211 giorni scolastici in un anno: il decreto prevede infatti un inizio anticipato dell’anno scolastico, il ripristino del 15 maggio come giornata scolastica e un rientro anticipato dalle vacanze di Natale, ponendo un vincolo su quelle che saranno le pause e le uscite didattiche». Lo dice la Rete degli Studenti Medi, che con il coordinatore Regionale della Sicilia, Flavio Lombardo, aggiunge: «Quello che ci spaventa più di tutto è che a quanto dichiara l’assessore i ragazzi saranno tenuti a dire addio ai teatri, alle rappresentazioni, alle presentazioni dei libri, alle visite guidate, ai musei, ai viaggi d’istruzione e a tutte le attività extracurricolari, ridotte unicamente ad undici giorni in tutto l’anno. Un ritorno nel passato dunque, in cui si credeva che l’unica formazione necessaria per i ragazzi fosse tra i banchi di scuola e sui libri di testo». «Come Rete degli Studenti Medi Sicilia – prosegue Lombardo – riteniamo che la formazione scolastica non debba in alcun modo essere limitata alle cinque ore al giorno in cui si sta chiusi a scuola ad ascoltare lezioni frontali. L’importanza di accrescere il proprio bagaglio culturale con le esperienze non può essere scavalcata ed ignorata in questa maniera, rischiando di creare l’ennesima falla nell’istruzione dei giovani siciliani. Per questo chiediamo di ridiscutere questo provvedimento sconsiderato, tenendo conto dell’importanza di una formazione didattica a 360 gradi, che permetta ad un ragazzo di uscire dalla scuola con un ampio bagaglio culturale, un vero spirito critico ed una consapevolezza del mondo, che certamente non si trova tra le quattro mura della scuola».

A stretto giro di posta arriva la replica dell’assessore Lagalla: «Premesso – afferma – che l’allargamento delle conoscenze attraverso le azioni formative extra scolastiche costituisce un fondamentale e integrante elemento delle attività didattiche, resta il problema di garantire la coerenza di queste con il complessivo progetto educativo degli studenti e di bilanciare, anche in termini temporali, il loro impatto sull’apprendimento dei programmi ordinamentali». «Forse e al di là di opportunistiche prese di posizione di certe parti politiche – prosegue – sarebbe il caso di riflettere più approfonditamente e criticamente sulle complesse ragioni per le quali la Sicilia presenta un documentato ritardo di apprendimento scolastico, come rilevato dai test nazionali di valutazione delle competenze. Ritengo che, anche in questa circostanza come in tante altre, criticare ancor prima che il decreto sia stato reso noto costituisce un atto almeno incauto: non manca infatti nel provvedimento il riconoscimento della prevista e opportuna flessibilità di modulazione del calendario nell’ambito dell’autonomia scolastica, né, presso l’assessorato, fa difetto la disponibilità a proseguire nel confronto già avviato con il mondo della scuola, a condizione che il dialogo sia pacato, documentato e rispettoso di tutte le posizioni, senza riserve pregiudiziali».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA