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L'INCIDENTE

Carmelo e gli altri, chi è il camionista catanese tra i dispersi dell’esplosione di Calenzano: trovati altri due corpi

Sale a 4 il numero delle vittime, mentre proseguono le ricerche dell'ultimo disperso

Di Francesca Aglieri Rinella |

Le notizie che si rincorrono, confuse. Frammentarie. E un nome che spunta a tarda sera: è quello di Carmelo Corso, catanese, uno degli autotrasportatori che manca all’appello e che risulta disperso nella lista delle 35 persone che – ieri prima della tragedia – erano entrate nel sito Eni di Calenzano. Cinquantasette anni, era un dipendente della “Rat Trasporti”, il raggruppamento di autotrasportatori toscani che ha sede proprio a Calenzano, alle porte di Firenze.

Un elenco di un dramma che ora dopo ora spegne le speranze dei familiari di chi ancora non si trova. Solo due corpi finora sono stati ritrovati, mentre gli altri tre uomini irrintracciabili (compreso Carmelo Corso, ndr) sono molto probabilmente ancora tra le macerie di ciò che resta di quella esplosione. Il primo a essere stato identificato è Vincenzo Martinelli, 53 anni, residente a Prato e originario di Napoli: aveva due figlie ed era autista di autocisterne. È il primo nome emerso delle vittime dell’esplosione nel deposito di Calenzano. Gli altri quattro nominativi dei “visitatori” protocollati all’ingresso del sito Eni ieri e di cui non si sono avute più notizie, secondo quanto riportano i giornali sono appunto Carmelo Corso, Davide Baronti, 49 anni, autista nato ad Angera (Novara), residente in Toscana. Ci sono poi due uomini originari della Lucania, di 46 anni: Gerardo Pepe e Cirielli. Come loro, altri colleghi sul proprio autocarro stavano facendo rifornimento in mattinata per ripartire e cominciare la giornata. È per questo che quella di Calenzano rischia di essere ricordata come la strage degli autotrasportatori.

Si aggrava il bilancio

Intanto purtroppo si aggrava il bilancio: salgono a quattro le vittime dell’esplosione. Le ricerche hanno portato questa mattina “al rinvenimento di altre due vittime” oltre alle altre due “emerse nell’immediatezza dei fatti”, ha detto il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, che dirige le indagini.

La Procura “sta proseguendo le attività di sopralluogo per verificare la presenza di una ulteriore persona che risulta ad oggi dispersa”. Il procuratore Tescaroli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e si procede anche per i reati di lesioni colpose aggravate dalla violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro e per disastro colposo.

Nell’area industriale ci sono molti altri stabilimenti e molti lavoratori che adesso si ritengono persino fortunati, visto quanto successo. In tanti sono finiti in ospedale, ma i più gravi, quelli trasportati con le ambulanze, sono una decina: tra loro due persone ustionate che rischiano la vita mentre altri diciassette si sono presentati spontaneamente nei pronto soccorso delle città limitrofe, tutte allertate dopo l’esplosione.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato al governatore della Regione Toscana Eugenio Giani per avere informazioni sui feriti, per portare la solidarietà alle famiglie delle vittime e per ringraziare i soccorritori e anche la premier Giorgia Meloni ha espresso «il più sentito cordoglio per le vittime, la vicinanza ai feriti e alle famiglie colpite e il ringraziamento a quanti si stanno prodigando nei soccorsi». A unirsi «al dolore di tutta la Toscana per la tragedia» è anche la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola.

Per domani il governatore Eugenio Giani ha proclamato in tutta la regione una giornata di lutto: «Le bandiere degli edifici della regione saranno esposte a mezz’asta per l’intera giornata e verranno listate a lutto», spiega invitando gli enti locali e gli enti decentrati dello Stato aventi sede in Toscana ad aderire alla giornata di cordoglio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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