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Caro voli in Sicilia, il viceministro Cancelleri lancia gli “sconti” con il modello Madeira

Di Mario Barresi |

CATANIA – Con in testa il chiodo fisso del caro-voli in Sicilia, ha passato ore, nello scorso fine settimana, a scorrere «le tante chiacchiere sui social», comprese quelle di chi «ha a cuore il problema e vuole che si risolva». D’altronde, al ritorno a Roma, Giancarlo Cancelleri sperava di trovare sul suo tavolo viceministeriale una «soluzione efficace, attuabile a breve scadenza». E, quando i dirigenti dei Trasporti gli hanno portato lo sviluppo concreto della sua idea, s’è convinto che «potrebbe davvero funzionare».

Contro il salasso sui biglietti aerei dei siciliani, ecco il “modello Madeira”. Dal nome della regione portoghese che «lo applica già con successo, visto che in Italia sarebbe la prima sperimentazione in assoluto». Si tratta di un sistema di riduzione automatico delle tariffe da applicare ai voli operati da tutte le compagnie aeree da e per l’Isola, riservato però, almeno nella fase iniziale, a tre categorie di residenti in Sicilia: gli «studenti universitari fuori sede», i «cittadini con sede lavorativa all’esterno del territorio regionale» (ancora da valutare se sotto una certa soglia di reddito) e i «soggetti con disabilità grave» (con un familiare accompagnatore). Queste sono le tre definizioni previste dalla bozza di una norma che Cancelleri, dopo averla discussa con il ministro Paola De Micheli in un incontro previsto oggi, potrà diventare un emendamento – magari governativo – alla manovra che comincia il suo cammino, tortuoso, al Senato.

La premessa del viceministro ai Trasporti è chiara: «Bisogna trovare la strada più rapida e meno rischiosa riguardo alle pastoie burocratiche di Palermo, Roma e Bruxelles». E Cancelleri è certo che il modello di tratte sociali «per i siciliani costretti davvero a spostarsi» sia «il miglior punto di partenza possibile». Sul “modello Madeira” l’esponente cinquestelle di governo ha già ricevuto un report dall’amministratore delegato di Enac, Nicola Zaccheo.

Ora bisogna adattarlo alle specifiche necessità della Sicilia. A partire dalle risorse: quanti soldi servono per far volare universitari, pendolari e disabili siciliani con tariffe “socialmente utili”? «È impossibile conoscere il dato esatto della platea dei destinatari, né il numero di voli che ognuno di loro prenderà in un anno», ammette Cancelleri.

Che però rivela: «La posta di bilancio che ipotizziamo di inserire per il 2020 è di 30-35 milioni, per garantire uno sconto fisso, che stiamo valutando in misura almeno del 30%, su qualsiasi biglietto a chi rientra nelle tre categorie». Con l’ipotesi di «aggiungere altri fondi in assestamento di bilancio», se non dovessero bastare quelli stanziati; o «alzare lo sconto fino al 50%» o magari «estendere, dal 2021, i beneficiari, inserendo i siciliani che devono volare per motivi sanitari», se risultasse un surplus.

Ma è sul funzionamento del sistema che Cancelleri sembra più ottimista. «La scelta di inserire una norma nella legge di bilancio, evidentemente con la forza di un accordo politico nel governo, ci permetterà di applicare questo “unicum” di tratte sociali già nel 2020». All’emendamento di poche righe, ovviamente, dovrà seguire un decreto applicativo del Mit, nel quale, fra l’altro, «dovremo indicare la percentuale di sconto e la modalità di applicazione».

E qui potrebbe arrivare la parte più complicata. Anche se l’ex presidente dell’Ars, da buon grillino, confida nella tecnologia: «Così come avviene in Portogallo, pensiamo a un portale, magari affidato all’Enac, in cui i cittadini siciliani che rispondono ai requisiti si registrano, una sola volta, caricando i documenti necessari: il certificato di residenza, d’iscrizione all’università, l’attestato del datore di lavoro e dell’invalidità. E il portale rilascerà un codice di sconto personale, da utilizzare al momento della prenotazione con qualsiasi compagnia».

Ed è proprio quest’ultimo, per Cancelleri, il valore aggiunto della proposta: «Il contributo si dà al cittadino-utente e non alle compagnie aeree». Un modo per dribblare con agilità i paletti dell’Europa sugli aiuti di Stato: «Il regolamento comunitario ci obbliga a rispettare tre requisiti per introdurre le tariffe sociali: devono essere effettivamente a favore degli utenti finali, devono avere carattere sociale e cioè destinate a categorie o aree svantaggiate e devono essere concesse senza discriminazioni rispetto agli erogatori dei servizi». Un passaporto europeo per la norma, «della quale ho già discusso anche con la sottosegretaria agli Affari europei, Laura Agea, nostra ex deputata a Bruxelles», con la prospettiva di «arrivare a una prima applicazione già ad aprile-maggio dell’anno prossimo», ipotizza il viceministro siciliano.

 

E la continuità territoriale appena chiesta da Nello Musumeci al ministro De Micheli? «È un iter parallelo, che può iniziare e andare avanti». Quella di ottenere, così come avviene in Sardegna, delle tariffe a prezzo fisso per tutti i residenti nell’Isola (l’ipotesi è di applicarla collegamenti di Palermo e Catania con Roma e Milano) sarebbe una soluzione erga omnes e non limitata ad alcune categorie. «Ma la strada, fra istruttoria degli uffici della Regione, conferenza dei servizi, allocazione delle risorse statali e regionali, scelta delle tratte e, soprattutto, via libera da parte della Commissione europea, rischia di essere molto più lunga e rischiosa». Non è detto, però, che non la si debba percorrere fino al punto in cui comunque s’incrocerà con il “modello Madeira” caro a Cancelleri. «Il giorno in cui dovremmo trovarci davanti all’ipotesi di fare un bando per la compagnia che dovrà operare la continuità territoriale con tariffe stabilite per tutti i siciliani, la sperimentazione delle tratte sociali sarà già in stato avanzato. E potremo scegliere, senza pregiudizi e dati alla mano, qual è il sistema migliore».

Il viceministro dei Trasporti rivela però di «un forte interessamento delle istituzioni sarde all’esperimento in Sicilia, ritenuto innovativo rispetto al loro modello che, oltre a presentare qualche disfunzione, è continuamente sottoposto allo stress del giudizio dell’Ue».

Questa, dunque, è la proposta finale – scritta in bella – con cui oggi Cancelleri si confronterà col ministro De Micheli. «Non è la soluzione definitiva al problema del caro-voli nella sua complessità – ammette il viceministro – eppure la ritengo la più efficace e immediata. Partiamo, sin dal 2020, con i siciliani che sono obbligati a volare. Se funziona, con altre somme disponibili, potrà essere estesa ad altri soggetti». Magari a tutti i siciliani, nella prospettiva fantasmagorica di una decuplicazione delle risorse.

Fra l’uovo e la gallina, il viceministro ha scelto la prima opzione. E la offre, «senza una contraddizione con la continuità territoriale, il cui iter potrà partire comunque» alla politica siciliana. Di Roma, soprattutto: «Dopo la raffica di comunicati e di post con gli “screenshot” dei prezzi natalizi dei voli per l’Isola, mi aspetto – scandisce – che sull’eventuale emendamento del governo per l’esperimento delle tratte sociali ci sia un appoggio schietto e trasversale». Il sogno? «Tutti i parlamentari siciliani di ogni parte politica indossino un’unica maglietta per vincere quella che, senza esagerare, è una storica finale». Sarà davvero così?

Twitter: @MarioBarresi

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