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Catania, banda depredava ditta tabacchi

Catania, banda depredava ditta tabacchi I capi erano dipendente e rampollo di mafia

La Polizia ne arresta cinque, uno è latitante VIDEO 1 VIDEO 2 FT

Di Redazione |
La polizia di Catania ha eseguito, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine e furti, ricettazione, detenzione e porto illegale di armi da fuoco.La banda era capeggiata da un dipendente della ditta di tabacchi presa di mira ed era composta anche da un rampollo di una famiglia mafiosa catanese.

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, hanno permesso di disarticolare un gruppo criminale ritenuto responsabile di numerose rapine commesse nel territorio del capoluogo ai danni della società di distribuzione di tabacchi che, a seguito degli “assalti” in cui venivano asportate scatole di sigarette del valore di oltre 2.000 euro cadauna, ha subito un danno di svariate centinaia di migliaia di euro.

Nell’ambito dell’operazione denominata Smoke Free sono finiti in carcere Concetto Aiello, di 41 anni, Massimiliano Arena di 33 anni, Giovanni Gagliano di 26 anni, Salvatore Lo Re di 38 anni e Vincenzo Verga di 42 anni. Una sesta persona è ancora ricercata.

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Tutti sono accusati a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine e furti in appartamento, nonché ricettazione e detenzione e porto illegale di armi da fuoco.

L’inchiesta della squadra mobile aveva preso il via dopo l’impennata di furti e rapine avvenuta tra il giugno del 2014 e il marzo del 2015, ai danni di una società che effettua la distribuzione di tabacchi in ambito locale.

Nel solo territorio di Catania e provincia la ditta aveva subito 14 tra furti e rapine con la sottrazione di tabacchi per un ingente valore.

Le indagini condotte dalla “Squadra Antirapine” alla fine hanno così scoperto una banda guidata da Giovanni Gagliano, dipendente della stessa ditta che così utilizzava le conoscenze acquisite relative ai percorsi dei furgoni, alle sedi dei destinatari delle forniture, ai sistemi di antifurto posti sui mezzi per far sì che che le rapine fossero organizzate al meglio. Lo stesso Gagliano è anche accusato di detenzione illegale di due pistole semiautomatiche.

Massimiliano Arena, uno dei cinque arrestati è il figlio di Giovanni Arena, 60 anni, catturato nel 2011 dopo quasi venti anni di latitante e dopo essere stato iscritto nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità. Massimiliano Arena è accusato di detenzione e porto illegale di arma comune da sparo e quello di minaccia aggravata proprio ai danni dello stesso Giovanni Gagliano. Il valore dei tabacchi asportati in tre rapine ammonta a 180.000 euro.  

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