Cronaca
Catania, così il clan Cappello controllava le piazze di spaccio da 30 mila euro al mese
Il secondo filone d'indagine ha a che fare con il traffico di droga
L’indagine, denominata “Carback” e coordinata da questa Direzione Distrettuale Antimafia, è stata condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa da settembre 2020 a marzo 2021 trae origine da una attività di analisi sui furti di autovetture, avvenuti nei precedenti mesi di giugno e luglio, spesso rinvenute dopo qualche giorno in modo apparentemente casuale.
Il secondo filone di indagine, nel quale sono rimaste coinvolte 30 persone, ha riguardato un ingente traffico di sostanze stupefacenti gestito da un gruppo criminale – con a capo un soggetto gravemente indiziato di appartenere al clan mafioso “Cappello” – che poteva contare anche sulla disponibilità di armi e munizioni. Al riguardo, sono state censite e monitorate due piazze di spaccio ubicate una nel quartiere “Librino” e l’altra nel quartiere “San Giorgio”, nelle quali si smerciava sostanza stupefacente tipo cocaina, per un volume di affari di oltre mille giornalieri per ciascuna piazza.
Tutti e due i gruppi – quelli che si occupavano di furti d’auto e quelli che gestivano le piazze di spaccio – avrebbero condiviso la stessa base logistica, costituita da un autonoleggio ubicato nel quartiere di San Giorgio, luogo in cui si concretizzavano accordi, incontri e pagamenti relativi alle attività illecite concernenti il furto dei veicoli finalizzato alle estorsioni o ricettazioni, ma soprattutto sito in cui avvenivano le contrattazioni riguardanti ingenti quantitativi di cocaina, venduta all’ingrosso a circa 42 mila euro al kg e consegnata ai “grossisti” in vari punti della città per essere evidentemente destinata al rifornimento di altre piazze di spaccio presenti nel capoluogo etneo o in altre Province.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA