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Catania, così si è passati dalle parole alle mani: nuovi particolari sull'aggressione dei medici in Pediatria al Policlinico

Nessuna richiesta di accesso accelerato, la bambina era già ricoverata da giorni. Il punto sulle indagini dei carabinier

Laura Distefano

09 Gennaio 2025, 14:57

pediatria

Un coro di indignazione ha accompagnato l'episodio di violenza avvenuto nella sala d'attesa della clinica pediatrica del Policlinico, il 4 gennaio scorso, nei confronti dei medici Pierluigi (chiamato da tutti Pigi) Smilari e Pietro Pavone. Quest'ultimo sarebbe intervenuto in difesa del collega che stava discutendo animatamente con delle persone ed è finito a terra dopo aver ricevuto un pugno in faccia.

I carabinieri della compagnia di Nesima continuano a indagare per ricostruire l'esatta dinamica della brutale aggressione. Nel frattempo le informazioni all'inizio frammentarie cominciano a diventare più dettagliate. Non ci sarebbe stata alcuna richiesta di accelerazione per un ricovero di un paziente. Perché la paziente, una bambina, era già ricoverata al Policlinico da prima di Capodanno. La piccola è arrivata in via Santa Sofia alla fine di dicembre dal Cannizzaro: è stata trasferita in ambulanza nella clinica pediatrica di via Santa Sofia per poter ricevere le cure adeguate alla sua patologia.

Il 4 gennaio scorso la situazione sarebbe degenerata nel momento del cambio di assistenza alla minore. Per giorni nella stanza con la bimba era rimasta la madre che sarebbe dovuta essere sostituita dalla nonna. Ma in questo cambio ci sarebbe stato un problema rispetto alle visite in reparto. Forse il tentativo di vedere la paziente fuori dall'orario consentito ha fatto scattare una discussione e dalle parole si è passati alle mani. Mani pesanti considerando che la prognosi per il medico Smilari è di 30 giorni. Non solo il pugno il volto con la rottura del setto nasale, ma anche calci in diverse parti del corpo mentre si trovava a terra. Smilari si dovrà sottoporre a un intervento. A breve sarà sentito dal pm – su diretta sollecitazione anche del suo legale - che sta coordinando l'inchiesta. Il suo racconto potrà dare diversi input alle indagini.

Il tassello chiave potrebbe arrivare dalle immagini registrate dalle telecamere dell'impianto di videosorveglianza del Policlinico, ma non è ancora chiaro se ci siano filmati dell'aggressione. Però potrebbero esserci video che hanno immortalato la fuga degli aggressori. Anche su questo ci sono ricostruzioni diverse: alcuni avrebbero riferito che sarebbero fuggiti in moto. Gli investigatori infatti non si sono fermati all'ospedale nella ricerca di telecamere. Se è vero che sono scappati, allora potrebbero esserci immagini del loro passaggio da via Santa Sofia e poi nelle varie strade che la incrociano. O verso Gravina di Catania o verso la Circonvallazione. Resta, intanto, il giallo sul falso medico.

L'azienda, così come l'Ordine, ha già annunciato che si costituirà parte civile nel processo che si incardinerà. L'onda di solidarietà nei confronti dei medici è stata smisurata dopo che la notizia dell'aggressione è diventata nota, ma servono interventi mirati e urgenti. Che non si possono certamente solo delegare a magistratura e forze dell'ordine.