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Catania, la maxi frode fiscale sul carburante: sequestrati 25 milioni, ecco chi sono gli indagati

Due gruppi criminali con base nel Catanese sarebbero riusciti a fare entrare prodotti petroliferi in Italia evadendo Iva e Accise

Laura Distefano

25 Novembre 2022, 12:39

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Attraverso un sistema ben rodato – due gruppi criminali con base nel catanese – sarebbero riusciti a fare entrare prodotti petroliferi in Italia evadendo Iva e Accise. L’operazione Black Blend, condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Catanai e dei funzionari dell’Agenzia delle dogane con il coordinamento della Procura Europea di Palermo, ha documentato il metodo di frode messo in piedi dagli indagati accusati a vario titolo di sottrazione dell’accertamento o al pagamento dell’accisa su prodotti energetici, di infedele dichiarazione dei redditi, emissione di fatture per operazioni inesistenti e omessa dichiarazione dei redditi al fine di evadere l’imposta sul valore aggiunto.

 

 

Il valore della frode ammonterebbe secondo le stime degli investigatori a 25 milioni di euro. E che ha portato a un sequestro disposto dal gip Sebastiano Di Giacomo Barbagallo a diverse società e ditte. Sono state chieste dalla Procura europea anche delle misure personali che però non sono state accolte dal giudice per le indagini preliminari. 

I nomi degli indagati coinvolti nell’inchiesta sono: Antonio Siverino, Francesco Siverino, Alfredo Liotta, Christopher Cardillo, Pietro Bonanno, Nicola Amato, Alessandro Primo Tirendi, Domenico Roberto Tirendi, Gianni Luca Zizzo, Salvatore Giuffrida, Alessandro Spampinato, Valentina Aveni, Salvatore Gresta, Rosario Cristian Santoro, Vincenzo Zera Falduto, Dino Di Lorenzo, Francesco Daniel Salute, Emilio Romeo Guarneri Liotta.

Le società nel mirino delle fiamme gialle sono la “G&G Srl”, la “Petrol Cal Srl Unipersonale”, la “Gas Fuel Società a responsabilità limitata”, “L’Astra Petroli srl”.

Alcuni dei personaggi indagati in queste indagini sono stati coinvolti in un’altra inchiesta relativa a intestazioni fittizie legate ai Laudani di Adrano. Ma quella è un’altra storia giudiziaria assolutamente slegata da quella del traffico di oro nero.