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Catania: la sparatoria al viale Grimaldi, le rivelazioni dell’ex boss Michele Vinciguerra

Le rivelazioni inedite dell'ultimissimo pentito del clan Cappello.

Di Redazione |

Sono state le dichiarazioni dell’ex boss dei Cappello Michele Vinciguerra l’ultimo tassello che ha “incastrato” Giovanni Agatino Distefano e Giuseppe Auteri, arrestati alcuni giorni fa – come anticipato ieri su La Sicilia – per la sparatoria dell’8 agosto 2020 al viale Grimaldi 18. I due sono accusati di tentato omicidio aggravato dalla metodologia e dalla finalità mafiosa e porto e detenzione illegale di armi. L’indagine che ha riguardato i due indagati è stata chiamata Centauri III. Si tratta infatti del terzo filone d’inchiesta sullo scontro armato tra Cappello e Cursoti milanesi avvenuto tra le curve al confine tra i rioni di San Giorgio e Librino. Un conflitto a fuoco che costò la vita a Enzo “negativa” Scalia e Luciano D’alessandro. Ma ci furono anche diversi feriti. Ed infatti i due arrestati sono accusati di tentato omicidio aggravato dalla metodologia e dalla finalità mafiosa e porto e detenzione illegale di armi.I carabinieri hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Carlo Cannella che ha accolto la richiesta della procura.

Già nomi emersi nei processi

Già nel corso dei processi, del troncone abbreviato e ordinario, che hanno portato a diverse condanne erano emersi i nomi di Auteri e Distefano, come componenti del fronte armato dei Cappello. E secondo le ricostruzioni degli investigatori i due avrebbero sparato e ferito tre dei “Milanesi” capitanati da Carmelo Di Stefano, detenuto dal 2020. Il puzzle della dinamica è stato completato grazie alle testimonianze oculari di alcuni partecipanti alla guerra. Il primo a voltare le spalle ai “cursoti” fu Carmelo Martino Sanfilippo. Dopo una breve parentesi con i Nizza lo seguirono i fratelli Michael e Ninni. Poi arrivò Davide Agatino Scuderi. Ma è il pentito Carmelo Liistro, uomo di fiducia di Massimiliano Cappello, uno dei primi a fare il nome dei due arrestati.

Le rivelazioni inedite di Vinciguerra

La scorsa estate Vinciguerra decide di entrare nel programma di protezione e racconta ai magistrati di avere notizie sulla sparatoria. In particolare il collaboratore ha spiegato di aver ricevuto delle confidenze da un detenuto durante la classica ora d’aria nel carcere di Bicocca. «Durante il passeggio» – si legge nel verbale – Riccardo Pedicone (rimasto ferito nello scontro, ndr) avrebbe rivelato a Vinciguerra che nel «duplice omicidio» avrebbero avuto «un ruolo attivo» anche «Giovanni Distefano e Peppe di Palagonia (Auteri, ndr)». Su quest’ultimo il recluso avrebbe riferito al pentito che «Peppe aveva sporto denuncia in ordine al presunto furto subito relativo al motociclo con il quale aveva preso parte allo scontro al fine di eludere le attività di indagine». Vinciguerra aggiunge: «Riccardo mi fece questa confidenza perchè mi disse che la Dda stava impazzendo nel tentativo di individuare gli altri due soggetti che avevano partecipato alla sparatoria e non ci riuscivano. A quel punto io gli chiesi chi erano e lui» avrebbe fatto i nomi dei due indagati. Che, casualità, sono stati accompagnati proprio a Bicocca dopo l’arrestoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA