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Il caso

Catania: l’ex segretario generale del Comune indagata per falsa testimonianza

La notizia è venuta fuori durante l'ultima udienza del processo sul falso in bilancio di Palazzo degli Elefanti.

Di Laura Distefano |

«Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Antonella Liotta, ex segretario generale del Comune di Catania, non ha voluto sottoporsi a un nuovo esame nel processo sui falsi in bilancio che vede imputati i componenti della giunta che ha amministrato Palazzo degli Elefanti dal 2013 al 2018. A richiamarla era stata il professore Giovanni Grasso, difensore del già sindaco Enzo Bianco, dopo la testimonianza “a sorpresa” dell’architetto Gabriella Sardella, che dopo aver ascoltato alcune udienze su radio radicale aveva fatto un esposto in procura chiedendo di essere sentita. Liotta ha avuto facoltà di astenersi dal rispondere in quanto è stata citata in veste di indagata in procedimento connesso. E infatti si è presentata in aula venerdì con il suo legale di fiducia, l’avvocato Antonio Giuffrida, che ha informato il giudice Alessandro Ricciardolo – il processo si celebra davanti al Tribunale monocratico – che a metà aprile la sua assistita, Antonella Liotta, è stata identificata dall’autorità giudiziaria poiché è indagata per falsa testimonianza in un procedimento coordinato dal pm Fabio Regolo, che rappresenta l’accusa assieme a Fabio Saponara nel processo. «Alla luce dell’inserimento della teste nel dibattimento da parte della difesa – ha detto Regolo – abbiamo ritenuto corretto darle notizia del procedimento per consentirle di non rispondere alle domande nella veste di testimone semplice con tutte le conseguenze del caso, ma di essere resa edotta che a seguito di quanto detto e sentito da tutti da parte dell’architetto Sardella, dell’esposto che abbiamo depositato e dei documenti che ho messo a conoscenza delle parti nelle scorse udienze, era stato iscritto un procedimento nei suoi confronti». «Quella di non rispondere è stata una scelta difensiva – ha detto l’avvocato Giuffrida a La Sicilia – ma siamo sereni, poiché la dottoressa Leotta non ha mai reso false dichiarazioni nell’ambito di questo procedimento. Infatti presto chiederemo di essere ascoltati dal pm per poter chiarire l’intera vicenda».

Il processo è proseguito con l’escussione di Roberto Bonaccorsi, commercialista ed ex assessore comunale al Bilancio di Catania durante la sindacatura Stancanelli e Pogliese. Il teste – sollecitato dal difensore Goffredo D’Antona – ha chiarito le varie fasi di formazione della rendicontazione finanziaria di un ente comunale, in questo caso di Palazzo degli Elefanti. «Il collegio dei revisori ha la facoltà di chiedere qualsiasi documento e di entrare nel merito. E devono dare parere prima del passaggio dell’approvazione in consiglio comunale», ha spiegato Bonaccorsi. Il professionista è stato anche compulsato sul “piano di riequilibrio”, che è un po’ la “materia prima” dell’indagine figlia del processo in corso. «Un atto che ha dato agli enti di trovare una strada alternativa al dissesto», ha spiegato il teste. «Mi ricordo che nella stesura dell’atto era previsto un fondo rischi, anche perché così indagato dalla Corte dei Conti. Ma non ricordo i numeri, sono passati 13 anni. Ma il mio incarico è finito prima della parte istruttoria del piano», ha chiarito. «La Corte dei Conti, se io ricordo bene, ha fatto delle critiche delle inosservanze al piano di riequilibrio», ha concluso il teste.

La prossima udienza è stata fissata all’11 luglio per sentire i consulenti delle difese.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA