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Catania, minorenne tolto ai genitori che lo avevano lasciato solo a casa per giorni: «Ma in comunità ha subito molestie sessuali»

La triste storia di un ragazzino che secondo il padre sarebbe stato abusato nel centro al quale era stato affidato dal Tribunale

Laura Distefano

13 Febbraio 2024, 13:43

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Un ragazzino costretto a fare l’adulto. Un bimbo che ha subito nell’arco di un anno ferite fisiche ed emotive. Lui, che chiameremo Marco, sarebbe stato vittima di molestie. Ma è rimasto in silenzio. Forse per paura. Forse perché non sapeva a chi poteva raccontare. Forse perché senza punti di riferimento.

La storia di Marco, minore che vive nel territorio catanese, è complicata. E triste. La scorsa estate è stato affidato a una comunità. Le forza dell'ordine sono andate a prelevarlo a casa dove lo hanno trovato da solo. I genitori, entrambi pare in un’altra regione e per motivi di lavoro, lo avevano affidato a un conoscente da lungo tempo e di fiducia. Ma questa persona a un certo punto non ha potuto più assisterlo, sicché il padre e la madre nei giorni che rimanevano dal ritorno in aereo hanno scelto di monitorarlo con delle telecamere di videosorveglianza. Ma quando sono rientrati, il figlio non c’era più. Scoprendo solo dopo una settimana circa che era stato portato in una struttura e loro erano stati denunciati per abbandono di minore. Da almeno un paio di mesi i servizi sociali e gli inquirenti avevano i radar puntati su quella famiglia dopo una segnalazione.

L'inizio dell'incubo

«Lo so che ho fatto una cavolata», ha detto il papà quando è stato sentito davanti ai magistrati per raccontare la scelta di vigilare il figlio “da remoto”. Da quel momento però è cominciato l’incubo. Quando il Tribunale per i minorenni gli concedeva di poter vedere almeno in videotelefonata il figlio, affidato a una curatrice e ospite in una comunità per minori, si accorgeva di lividi ed ematomi, persino fratture. Una volta lo trova con il dito rotto poi con il braccio ingessato: Marco a loro dire era scivolato nella piscina e si era fratturato l’arto.

Il padre ha denunciato e sollecitato un cambio di comunità. La magistratura minorile è intervenuta, con i tempi della giustizia, ordinando - a seguito di svariate istanze - accertamenti sui responsabili della struttura e una vigilanza h24 sul minore. E mentre i procedimenti civili e penali vanno avanti, parallelamente c’è anche l’ipotesi dell’adottabilità del ragazzino. Intanto Marco resta nella stessa comunità.

I malori

A gennaio al padre arriva una notizia che lo rende felice. I giudici del Tribunale Minorile di Catania gli concedono la possibilità di poter avere per qualche giorno il figlio a casa. Precisamente il fine settimana, al termine delle lezioni scolastiche. Ed è in uno di questi weekend che accade l’impensabile. Marco accusa dei malori alle parti intime. Il padre lo accompagna al pronto soccorso e piano piano il figlio si confida con medici e agenti del posto di polizia. Un ospite della comunità lo avrebbe toccato nelle parti intime. Si profila ipotesi di reato sessuale. Il genitore che, come indagato è assistito dall’avvocato Eleonora Baratta, conferisce allo stesso legale mandato quale parte offesa. I magistrati che già avevano deciso di affidare il ragazzino a un’altra struttura, appresa dell'ultima grave denuncia lo spostano repentinamente. L’adolescente, infatti, è stato trasferito in un’altra comunità.

La vicenda però si complica: perché sembra siano partite denunce boomerang ancora contro il padre che non avrebbe rispettato le procedure, quali avvertire il curatore del minorenne. Ma il padre non si arrende e vuole vederci chiaro e capire se è vero che il figlio sia stato vittima di molestie. Saranno le indagini e gli accertamenti a verificarlo.

Intanto però la trafila per lui ricomincia: Marco potrà vederlo solo nella comunità in attesa di altre procedure per poterlo incontrare fuori dal centro. La speranza, che sembra concreta, è che Marco adesso abbia trovato un posto dove possa sentirsi al sicuro.