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Catania, pagano il “cavallo di ritorno” ma mentono agli investigatori: 13 denunciati

Hanno negato di avere pagato la tangente per riottenere lauto che era stata loro rubata

Di Redazione |

Dopo avere subito il furto dell’auto, chiedendo l’intervento di un intermediario con i ladri, avrebbero pagato una tangente per la restituzione della vettura. Ma, sentiti a «sommarie informazioni» dai carabinieri del comando provinciale che indagavano sulla banda specializzata in cavalli di ritorno, hanno «negato le apparenze, prestandosi a un atteggiamento che ostacolava le indagini».

E’ quanto contesta la Procura di Catania a 13 vittime del furto d’auto che sono state indagate per «favoreggiamento personale, avendo fornito alla polizia giudiziaria informazioni palesemente false e fuorvianti, aiutando in tal modo gli autori del reato a eludere le indagini». Per avere restituita l’auto rubata ciascuno di loro avrebbe pagato un ‘riscattò compreso tra 300 e 1.500 euro in base al modello e alle condizioni dell’autovettura, al numero di persone intervenute nell’intermediazione e al rapporto di conoscenza tra gli indagati e la vittima del furto.

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