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Catania, sbarchi conclusi ma con migranti ancora a bordo: Humanity 1 verso ricorso

Dentro la Geo Barents ci sono 215 naufraghi e 35 nell'altra imbarcazione. Il comandante Joachim Ebeling: «Non andrò via se non saranno tutti giù»

Di Redazione |

Si sono concluse le operazioni di sbarco nel porto di Catania per la nave Geo Barents di Medici Senza frontiere. E sono 215 i migranti che restano a bordo della nave mentre sono state 357 le persone fatte sbarcare, come riferisce la stessa ong fornendo un aggiornamento.

Questa prima giornata di arrivi nel porto etneo si conclude quindi con due sbarchi "parziali": anche a bordo della Humanity 1 restano persone a bordo (sono 35) e in questo caso potrebbe esserci un risvolto giudiziario per il completamento, o meno dello sbarco che è stato invece effettuato per altre 144 persone. I legali dell’Ong starebbero infatti stilando un ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Catania, contro la «disposizione impartita dalle autorità al capitano Joachim Ebeling di lasciare il porto con i sopravvissuti a bordo». Il provvedimento è infatti impugnabile davanti al Tar. Il comandante ha già risposto alla mail annunciando che «rimarrà a Catania assieme ai sopravvissuti finché non saranno sbarcati». "Non posso lasciare il porto di Catania – ha spiegato Ebeling parlando con i giornalisti -, dobbiamo trovare una soluzione qui. Sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti, come mi ha spiegato il mio legale. I naufraghi rimasti a bordo sono in uno stato depressivo e di apatia, siamo profondamente preoccupati per la loro salute mentale. E’ difficile riuscire a spiegargli quello che sta succedendo ed è qualcosa che io stesso non riesco a capire perché è contro le leggi». 

Stamane, dopo la decisione del ministro dell'Interno Piantedosi di non far sbarcare tutti i naufraghi, come vorrebbe la Convezione di Montego bay, i parlamentari del Pd, Antony Barbagallo e Antono Nicita e quello di Si, Aboubakar Soumahoro, sono stati presenti nel porto di Catania per controllare l’operato del governo, salendo anche a bordo della nave della Ong tedesca Sos Humanity e contestando il fatto che non tutti i naufraghi siano stati fatti scendere. Ma sin dal mattino i massimi dirigenti del partito, a partire dal segretario Enrico Letta, hanno attaccato il titolare del Viminale e il governo Meloni, mettendo in discussione la legittimità degli atti compiuti. Letta e molti altri si sono indignati per i termini usati dall’esecutivo, cioè «sbarco selettivo» e soprattutto «carico residuale» per indicare i 35 migranti a cui non è stato permesso di scendere. «Linguaggio inaccettabile per scelte ancor più inaccettabili, contrarie ai principi di umanità e alle regole internazionali», ha detto Letta. Anche i Radicali italiani, e +Europa con Riccardo Magi e Benedetto della Vedova, hanno criticato il governo sia sul piano della legittimità che su quello etico, vista la fragilità dei naufraghi, così come il segretario di Si, Ncola Fratoianni. Una certa amarezza c'è stata tra i Dem per il vistoso silenzio di Giuseppe Conte e dei dirigenti di M5s. Il ragionamento che si fa nel Movimento, è che la bussola per risolvere la questione sia un coordinamento europeo, sempre più urgente, in termini di accoglienza e redistribuzione dei migranti. Insomma una posizione assai diversa da quella di Pd, Si e +Europa i quali hanno chiesto che Piantedosi riferisca in Parlamento. Lunedì e martedì la richiesta verrà portata ufficialmente dalle capigruppo Dem Debora Serracchiani e Simona Malpezzi alla conferenza dei capigruppo di Camera e Senato per calendarizzare un dibattito in Aula. E in quella sede si vedrà il margine di distanza tra Pd e M5s, già emerso sul versante del sostengo all’Ucraina. 

Foto di Orietta ScardinoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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