Catania, spaccio in via Mulini a Vento: pene ridotte in appello NOMI
Il blitz risale al 2011. C'era l'ombra del clan Cappello nel traffico di droga.
Sono passati oltre 12 anni dal blitz “Mulini” della polizia che fermò lo spaccio nella zona di piazza Caduti del mare - meglio conosciuto come il Tondicello - e di via Mulini a Vento (da qui il nome dell’operazione). Con i proventi che sarebbero finiti nelle tasche dei Cappello.
È arrivata in piena notte, ieri, la sentenza della seconda sezione della Corte d’Appello nei confronti degli imputati che avevano optato per il rito ordinario. Sono molte le riduzioni di pena che sono state decise dal collegio di secondo grado rispetto alla sentenza del Tribunale che risale al 27 ottobre 2016.
Alcune riforme sono davvero consistenti. Partiamo da Sebastiano Fabrizio Zappalà (difeso da Maria Caltabiano) che in primo grado era stato condannato a 28 anni: la Corte ha rideterminato la pena in 15 anni e 6 mesi di reclusione (incluso aumento di pena per altra sentenza). E inoltre l’imputato è stato assolto per un capo d’imputazione. Forte riduzione anche per Antonio Gianluca Pellegrino ed Eugenio Castellino che erano stati condannati a 25 anni. Pellegrino ha ottenuto una riforma a 10 anni e 9 mesi (concesse le attenuanti generiche), Castellino a 7 anni e 4 mesi. Le altre condanne: Giovanni Mirabella 8 anni e 28mila euro di multa (continuazione con altri verdetti), Luca Rubicondo 8 mesi a titolo di aumento per una condanna irrevocabile, Rosario Bonforte, infine, a 6 anni e 26mila euro di multa.
La Corte d’Appello ha assolto Nunzio Nicolosi per non aver commesso il fatto. Infine sono state revocate nei confronti di Rubicondo le pene accessorie dell’interdizione perpetua dei pubblici uffici, dell’interdizione legale e della sospensione dall’esercizio della responsabilità genitoriale. Le motivazioni arriveranno tra 90 giorni.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Maria Caltabiano, Giuseppe Rapisarda, Tommaso Manduca, Salvo Leotta, Ermanno Zancla e Marcello Morano. È molto probabile che ci sarà ricorso per Cassazione.
Gli investigatori della Squadra Mobile scoprirono un fiorente traffico di droga nella zona di San Cristoforo, che da decenni è ormai una delle roccaforti per lo smercio di sostanze stupefacenti. Quel quadrilatero è stato al centro di moltissime inchieste. Ma puntuale lo spaccio è stato sempre immediatamente riorganizzato.
Torniamo al processo: gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla vendita di droga. E per qualcuno fu contestato l’aggravante di aver favorito il clan Cappello. Gli investigatori riuscirono a individuare i canali di approvvigionamento e a ricostruire le modalità organizzative del gruppo criminale. Modus operandi, quello dei turni, che nonostante gli anni trascorsi da quell’indagine non sono passati di moda