Clan Laudani, arrivano le condanne del processo d'appello Report
L'inchiesta del Gico della Guarda di Finanza riuscì a documentare la ricomposizione della cupola della famiglia mafiosa etnea.
La sentenza è arrivata oggi pomeriggio. Nessun rinvio: né il terremoto delle 14.06, né l'astensione dei penalisti ha fatto slittare l'epilogo del processo abbreviato Report che vede alla sbarra una grossa fetta del clan Laudani tra Acireale e Mascalucia. Molte le riduzioni di pena che la Corte d'Appello ha applicato rispetto al verdetto del gup. L'indagine del Gico della Guardia di Finanza di Catania, che scattò nel 2020, documentò la ricomposizione della cupola mafiosa dei Laudani tra Acireale e Mascalucia. Le fiamme gialle inoltre ricostruirono il sistema criminale messo in piedi dai boss per rientrare in possesso di beni finiti all’asta.
I messaggi dal carcere
Orazio Scuto, u vitraru, – nonostante la detenzione (nell'epoca della contestazione)– con l'aiuto dei delfini Litterio Messina e Girolamo Brancato, e con la violenza dell’ex pugile Giacomo Rochy Caggegi riconquistò il potere criminale che era stato perso dopo il blitz Vicerè del 2016. Un'operazione che rase al suolo i “Mussi i ficurinia”. Scuto sarebbe riuscito a mandare direttive dal carcere attraverso delle lettere nascoste all’interno di pacchi di merendine o drink che consegnava ai familiari nel corso dei colloqui in carcere. Ma il trucchetto fu presto scoperto dai militari che intercettarono durante un controllo studiato ad hoc le missive. Le indagini coinvolsero anche esponenti di spicco della cellula di Cosa nostra di Mascalucia, come Mirko Casesa.
Le pene inflitte dalla Corte d'Appello
Nel corso del processo sono arrivate le richieste di concordato, che hanno ricevuto anche il parere favorevole della pg Miriam Cantone. Alla fine infatti le pene inserite nel dispositivo che è stato letto dal presidente della Corte d'Appello sono state rideterminate nella misura del concordato tra le parti: Carmelo Bonaccorso 1 anno a titolo di continuazione con una pena complessiva di 13 anni e 8 mesi, Rosario Bonanno 3 anni e 4 mesi a titolo di continuazione con una pena complessiva di 33 anni e 4 mesi, Girolamo Brancato 8 anni e 6mila euro di multa, Giacomo Caggegi, 6 anni e 8 mesi, Mirko Pompeo Casesa 5 anni e 2 mesi e 9mila euro di multa, Orazio Gallipoli 3 anni e mille euro di multa, Antonio Puglisi 6 anni e 6 mesi e 6mila euro di multa, Litterio Messina 8 anni, Orazio Salvatore Scuto 2 anni e 2 mesi come continuazione per una pena complessiva a 15 anni e 10 mesi.
Alcuni imputati sono stati condanna al risarcimento dei danni nei confronti del comune di Mascalucia e dell'Associazione antimafia Alfredo Agosta che si sono costituiti parte civile nel procedimento.
La Corte d'Appello ha disposto la scarcerazione immediata di Orazio Scuto e Carmelo Bonaccorso, solo però se non sono detenuti per altra causa. Fissati in 90 giorni i termini per depositare la sentenza.