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Clan Mazzei: sentenza della Cassazione per Cerbo "Scarface"

Ecco l'epilogo giudiziario dell'inchiesta delle fiamme gialle di Catania. 

Laura Distefano

17 Dicembre 2022, 09:10

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«Annulla la sentenza impugnata senza rinvio nei confronti di William Alfonso Cerbo per un capo di imputazione (intestazione fittizia) per prescrizione ed elimina la relativa pena di due mesi». Ecco quello che scrive la Corte di Cassazione per colui che è stato battezzato “lo Scarface” catanese, vista la sua fissazione per il personaggio del film cult di Brian De Palma. È questo l’epilogo del processo nato dall’inchiesta delle fiamme gialle (chiamata appunto Scarface) che aveva documentato i legami tra l’imputato e il clan diretto dal boss Nuccio Mazzei.

A Cerbo, condannato in appello a 8 anni per associazione mafiosa, intestazioni fittizie, bancarotta e corruzione, si dovrà quindi ridurre la pena di due mesi. La condanna relativa all’associazione mafiosa l’ha già scontata: tra carcere e domiciliari ha espiato oltre cinque anni.

La Suprema Corte ha invece dichiarato inammissibili i ricorsi degli altri imputati. Per loro quindi sono state confermate le condanne inflitte dalla Corte d’Appello di Catania: il padre Francesco Cerbo a 4 anni e 4 mesi, Angelo Finocchiaro 2 anni e 2 mesi, Lucio Stella (cugino di Nuccio Mazzei) 1 anno in continuazione, e il finanziere infedele Francesco Caccamo 9 anni. 


Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Alessandro Coco, Giuseppe Passarello, Luca Mirone, Gabriele Celesti, Luca Mirone, Giuseppe Rapisarda e Giuseppe Marletta.