Il giorno prima che è stato ammazzato Enzo Timonieri, al viale Mario Rapisardi è scoppiata una sparatoria. Da una parte i Nizza (con Timonieri inserito) e dall’altra i ragazzi di Tony Trentuno, cioè i carusi del gruppo di San Cocimo (roccaforte criminale del capomafia Maurizio Zuccaro e dell’ergastolano Lorenzo Saitta “u scheletro”).Il conflitto a fuoco, per la prima volta, è stato raccontato dai fratelli Ninni e Michael Sanfilippo quando hanno confessato di aver ucciso Timonieri il 12 febbraio 2021. La prova muscolare tra le due squadre che sono inserite nella famiglia catanese di Cosa Nostra sarebbe stata scatenata da alcuni comportamenti violenti da parte di Enzo “Caterina” Timonieri, su cui già pendeva una condanna a morte emessa da Natalino Nizza e Sam Privitera. I suoi “capi” per essere precisi. Quelle pistolettate in qualche modo potevano anche far comodo ai Nizza per indirizzare l’attenzione verso il gruppo dello “Scheletro” per un’eventuale indagine sull’omicidio di Timonieri. Sam Privitera avrebbe voluto comunque rispondere al fuoco, ma il figlio di Giovanni Nizza lo avrebbe istruito diversamente. «Natalino mi disse che dovevamo uccidere Timonieri prima di pensare alla reazione contro lo Scheletro, anche perché la sparatoria era colpa anche di Timonieri, perché quest’ultimo aveva maltrattato un ragazzo del gruppo dello Scheletro e il gruppo aveva reagito. Così abbiamo deciso di ucciderlo quel giorno». E così è accaduto.
Natale Nizza però si sarebbe aspettato che i “compagni” del clan Santapaola, anche se di un altro gruppo, pareggiassero il conto. «Avevamo argomentato – dice Privitera nei verbali – il fatto che aspettavamo anche i Santapaola… il fattu dello Scheletru… che noi altri comunque, in qualche modo, avevamo fatto capire che questo problema l’avevamo eliminato…. senza dare molte spiegazioni… perciò volevamo da loro la risposta che eliminavano Toni». Non si fa il cognome, ma è facile immaginare che ci fosse il riferimento a Tony Trentuno, genero di Lorenzo Saitta “u scheletro”. Davvero una pretesa irreale, considerando la parentela così forte a livello criminale. Si poteva davvero scatenare la guerra.Le tensioni tra Nizza e i picciotti dello Scheletro comunque hanno radici lontane. Non dimentichiamo che il cugino omonimo di Lorenzo Saitta è stato ammazzato da Andrea Nizza (condannato per questo omicidio), come vendetta per una frase detta da Saitta “U Scheletro” durante la detenzione. «Appena esco faccio la cinquina», avrebbe affermato.
Con cinquina si sarebbe riferito al proposito di uccidere i cinque fratelli Nizza, narcotrafficanti di Librino. I carusi dello Scheletro non avrebbero preso di buon grado che un esponente dei Nizza cominciasse a scorazzare a San Cocimo. L’esponente dei Nizza in questione sarebbe stato proprio Sam Privitera che, attraverso la compagna, era diventato parente del fratello di Maurizio Zuccaro. Proprio nel periodo in cui si consumò l’omicidio Timonieri sotto casa dei familiari di Zuccaro scoppiò un ordigno artigianale. Un segnale fin troppo evidente che qualcuno stava prendendo spazio dove non era gradito. A leggere, ora, le dichiarazioni di Privitera pare che la faida sia stata evitata per un soffio.