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Confisca da 13 milioni di euro a un imprenditore contiguo al clan Nicotra di Misterbianco

Il provvedimento eseguito dai finanzieri di Bologna, dove Salvatore Randone operava, coadiuvati dai colleghi etnei. Tra i beni confiscati 56 immobili

Redazione La Sicilia

24 Settembre 2025, 09:56

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Una confisca di beni per un valore complessivo di oltre 13 milioni di euro è stata fatta a un imprenditore siciliano, Salvatore Rabdone, contiguo al clan "Nicotra" di Misterbianco, dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, con il supporto dei colleghi di Catania e il coordinamento dello Scico L'uomo è infatti un imprenditore siciliano, ma è operante anche in Emilia Romagna.

La confisca è avvenuta in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Bologna – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, divenuto definitivo a seguito di sentenza della Cassazione. Nel dettaglio, sono stati acquisiti a patrimonio dello Stato: 56 beni immobili, tra fabbricati e terreni siti nelle province di Bologna e Catania; 9 autoveicoli; 22 rapporti bancari; 11 quote di partecipazione societarie; 100 azioni del Credito Etneo;. 6 polizze di pegno,

A Misterbianco i sequestri, nel 2022, hanno interessato il patrimonio immobiliare di quattro ville, di cui una con piscina. Randone è ritenuto «pericoloso socialmente» dagli inquirenti per la sfilza di reati che costellano il suo passato. Usura, estorsione e riciclaggio aggravati dal metodo di stampo mafioso. Ora la confisca definitiva.

I beni sono risultati nella disponibilità del predetto imprenditore siciliano in misura palesemente sproporzionata rispetto alle esigue fonti reddituali dichiarate. Rqndone è stato condannato in via definita, a vario titolo, nel corso degli anni, per molteplici reati, tra i quali, un tentato omicidio commesso a Faenza (RA).

Il provvedimento di confisca definitivo eseguito dai militari del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria Bologna segna l’epilogo di articolate e complesse indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Bologna – Direzione Distrettuale Antimafia, originate dallo screening volto all’individuazione di soggetti potenzialmente destinatari di misure di prevenzione patrimoniali ai sensi del Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.

Gli investigatori hanno documentato l’esistenza di un complesso di società formalmente intestate ad altri familiari ma di fatto “gestite” dall’imprenditore.

L’attività di servizio in rassegna testimonia, ancora una volta, la particolare attenzione rivolta dalla Guardia di finanza all’individuazione e alla conseguente aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati, allo scopo di arginare l’inquinamento del mercato e favorire la libera concorrenza, a tutela della sana imprenditoria, della trasparenza e della sicurezza pubblica.