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Coppia gay aggredita a Palermo, la Sicilia si scopre omofoba: ma la baby gang ha le ore contate

Di Redazione |

PALERMO – Li hanno prima insultati e derisi perchè si tenevano per mano. Poi li hanno circondati e pestati. Una aggressione selvaggia subita da una coppia di ragazzi gay di Torino in vacanza a Palermo. Teatro della vicenda Via Maqueda, nel centro di Palermo. Ma nonostante la strada, ieri sera, fosse piena di giovani tornati a uscire grazie all’allentamento delle misure anti covid, nessuno ha difeso le due vittime che sono state aiutate solo da una coppia di amici con loro in vacanza.

Uno dei due ragazzi aggrediti è stato colpito anche dalle schegge di una bottiglia rotta e ha riportato traumi al volto, una frattura al naso e lesioni. Il giovane torinese è stato dimesso dall’ospedale questa mattina con una prognosi di 25 giorni. Ha raccontato ai poliziotti che indagano sull’episodio, di essere stato insultato e dileggiato perché si teneva per mano con il compagno. I due stavano camminando in cerca di un bed and breakfast. Poi sono arrivate le percosse.

«Mi urlavano ti sfregio. Ti sfregio». Stefano ha in faccia i segni dell’aggressione compiuta da quattro ragazzi palermitani tra i 17 e i 18 anni.  «Sono stato preso a calci e pugni per lunghissimi minuti. Ho avuto molta paura. Tanti erano intorno e nessuno è intervenuto per fermare il branco», ha raccontato. Contro di lui hanno lanciato alcune bottiglie. Nessuna l’ha colpito. «Adesso siamo al mare. Andremo a Favignana – aggiunge – voglio solo rilassarmi dopo un’esperienza orribile. Già durante il pomeriggio più volte siamo stati insultati. Non pensavo che a Palermo ci fossero tanti pregiudizi nei confronti dei gay. Avevo l’idea di una città più aperta all’integrazione. Invece. Cercavamo un B&B e abbiamo trovato calci e pugni. Siamo stati offesi senza un preciso motivo».

«I quattro ragazzini erano insieme ad altri giovani e c’erano anche delle ragazze. Si sono staccati dal gruppo e hanno iniziato a fare i bulli e insultarci – ha detto ancora – Poi sono passati alle mani dopo averci lanciato delle bottiglie».

Adesso si attendono gli esiti delle indagini dopo la denuncia presentata alla polizia. Gli agenti della squadra mobile sono già al lavoro da ieri sera per risalire agli aggressori. Gli investigatori stanno acquisendo le immagini dei sistemi di videosorveglianza della strada per rintracciare gli autori della violenza. La zona, una delle vie della movida palermitana, è piena di locali e ci sono diverse telecamere che potrebbero aver inquadrato e ripreso i 4 adolescenti.  

Decine le testimonianze di solidarietà arrivate ai due turisti. Tra i primi il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “l’aggressione rappresenta un atto vile che nulla ha a che vedere con il cambiamento culturale di una città che promuove, giorno dopo giorno, i diritti della persona. Questo episodio criminale ribadisce inoltre l’importanza e l’urgenza dell’approvazione del ddl Zan. La politica non può più perdere tempo», ha detto.

E la scorsa settimana anche a Catania c’era stata un’aggressione di matrice transfobica che aveva portato Arcigay a chiedere con forza l’approvazione del disegno di legge Zan contro l’omobilesbotransfobia, misoginia e abilismo. Due aggressioni che svelano un lato intollerante dei siciliani e della Sicilia, qualche anno fa additata dalla guida turistica Frommer’s (8 milioni di copie e tra le più vendute degli Stati Uniti) come destinazione omofoba dove si corre un serio pericolo di essere picchiati o anche peggio. Per la guida la Sicilia era «una delle maggiori roccaforti dell’omofobia in Europa».

E sulla necessità di approvare con urgenza il ddl Zan contro l’omotransfobia sono intervenuti diversi esponenti politici: dai 5Stelle, al Pd, a Forza Italia. «Bisogna spezzare la catena dell’odio che si alimenta sui social e nutre la malapianta della discriminazione – ha scritto Annamaria Bernini, presidente dei senatori di Fi – L’omotransfobia va combattuta con ogni mezzo: non basterà solo una legge a sradicarla dalla società, perché servirà soprattutto uno sforzo forte e unitario di educazione alla tolleranza. Ma una legge è assolutamente necessaria, perché il Parlamento non può restare inerte di fronte a questa inaccettabile deriva di inciviltà».

«Dell’aggressione di Palermo non mi colpisce soltanto la ferocia; e non mi ferisce soltanto l’umiliazione e il grande dolore di chi l’ha subita. Quello che mi sconvolge profondamente è la giovanissima età degli aggressori. Vorrei se ne rendessero conto tutti coloro che, per motivi di convenienza politica, strumentalizzano il ddl Zan, attaccando in particolare la sua seconda parte. Quella parte che vuole intervenire sull’educazione e sulla formazione, per promuovere una cultura del rispetto», ha ammonito la senatrice del Pd Monica Cirinnà.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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