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Coronavirus: dalle cliniche private alle navi ospedale, la Sicilia si prepara al peggio

Di Redazione |

ROMA – «In Sicilia l’epidemia non ha raggiunto particolari dimensioni, adottiamo misure di prevenzione e c’è un grande senso di responsabilità da parte dei cittadini, la comuntà siciliana ha compreso». Il governatore della Sicilia Nello Musumeci intervenuto a Omnibus su La7, ha parlato del momento che sta vivendo l’Isola che conta 62 casi di coronavirus e che da ieri sta facendo i conti con le misure che hanno esteso la zona protetta a tutta l’Italia.

Sui rientri dal Nord in Sicilia degli ultimi giorni, Musumeci ha detto: «Ventimila persone sono rientrate in Sicilia negli ultimi 4 giorni e quasi tutte si sono registrate come abbiamo chiesto di fare, quelli della zona rossa stanno osservando la quarantena, come del resto sto facendo io. Prevale la convinzione che se oggi facciamo qualche sacrificio possiamo goderne in libertà e normalità».

Su come la Regione si sta preparando all’eventuale aumento dei casi di contagio, il governatore ha spiegato che si stanno «predisponendo nuovi posti letto, ne abbiamo pronti 200 per la Rianimazione» e ha annunciato che «domani si riunirà la giunta per chiedere alle cliniche di dare il loro apporto, alle università di immettere in servizio gli specializzandi». In più – ha svelato Musumeci – «ho parlato con l’autorità portuale di Palermo che mi conferma che c’è un’armatore disposto a mettere una nave crociera a disposizione per un centinaio di posti letto» per farla diventare una nave ospedale didicata ai malati di Covid-19. Siamo pronti per ogni evenienza. Fino a questo momento non abbiamo nessun decesso e quindi continuaiamo a sperare».

Il governatore sempra questa mattina ha ufficialmente sollecitato al governo centrale  una linea più ferma per bloccare i rientri nell’isola di persone provenienti dal Nord, ad oggi oltre 20mila. «La Sicilia – sottolinea Musumeci – sostiene le misure varate dal governo e si unisce alla richiesta di consentire a ogni Regione, in un quadro di condivisione con le istituzioni nazionali, di adottare iniziative ulteriori, purchè non in contrasto». «E’ il giusto compromesso – aggiunge – per venire incontro a richieste legittime, come quelle della Lombardia, che nel sentimento di coesione nazionale non possono essere lasciate inascoltate. Per noi si tratta, ove condiviso, dell’opportunità di adottare una linea ancora più ferma, resa indispensabile dal numero enorme di cittadini che hanno lasciato regioni del Nord». «Nessuno vuole fare una corsa al primo della classe – conclude – , ma tutti abbiamo il diritto e il dovere di proteggere le nostre popolazioni e dare il giusto tempo al sistema sanitario per prepararsi a una eventuale gestione emergenziale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA