Corruzione in atti giudiziari, liberi Virlinzi Impallomeni e La Rocca

Di Redazione / 26 Maggio 2016

CATANIA – Il Tribunale del riesame di Catania ha annullato, per venute meno le esigenze cautelari, gli arresti domiciliari per l’imprenditore Giuseppe Virlinzi, 77 anni, del suo ex storico commercialista, Giovanni La Rocca, 76 anni, e di Filippo Impallomeni, 71 anni, ex presidente dell’ottava sezione della commissione Tributaria provinciale di Catania. I tre erano erano stati posti arrestati l’8 febbraio scorso e posti ai domiciliari il 23 febbraio successivo dalla guardia di finanza per corruzione in atti giudiziari. Il giudice è accusato di avere favorito aziende dell’imprenditore Giuseppe Virlinzi in contenziosi con l’Agenzia delle Entrate per oltre 800mila euro. Nella decisione dei giudici hanno influito anche le dimissioni di Impallomeni dall’incarico e la revoca da parte di Giuseppe Virlinzi di tutti gli incarichi aziendali a La Rocca.

 


 Nell’inchiesta sono confluite indagini e accertamenti de del Gico e del Nucleo di polizia Tributaria della guardia di finanza. L’accusa contesta a Impallomeni l’uso di 5 auto dal 2006 e di averne fatto richiesta, come “rappresentanza”, anche quando era a capo delle direzione del Tesoro a Catania. Controllate le sentenze emesse sul Sisma ’90: per l’accusa cinque sono state decise in pochi mesi, e due erano per il gruppo Virlinzi. In meno di un anno, inoltre, si sarebbe espresso su sette procedimenti avviati da aziende riconducibili allo stesso imprenditore, con una tempistica che l’accusa ritiene «nettamente sotto la media».


 Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore Michelangelo Patanè e dal sostituto Tiziani Laudani, sono indagati anche Agostino Micalizio, 47 anni, direttore commerciale della Virauto Spa, e per favoreggiamento aggravato un cancelliere di 62 anni, Antonino Toscano, che è stato anche sospeso dal servizio.
 

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