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Corruzione in Sicilia, Piero Amara vuota il sacco e fa i nomi dei giudici corrotti

Di Fabio Russello |

Piero Amara, 48 anni, arrestato il 6 febbraio scorso per corruzione, falso e associazione a delinquere nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Messina, è un avvocato siracusano che ha svolto in passato attività legale anche per l’Eni. Per la sua capacità di tenere relazioni e contatti è ritenuto il “regista” di alcune operazioni che lo hanno portato anche ad avere problemi con la giustizia. Da oltre un mese collabora con i magistrati coordinati dal procuratore Maurizio De Lucia, e l’inchiesta potrebbe subire un’escalation, con il coinvolgimento di personaggi eccellenti.

ECCO CHI E’ IL GIUDICE MINEO

Amara nel 2009 è stato condannato (pena sospesa) per accesso illecito al sistema informativo della Procura di Catania. Due anni è stato sotto inchiesta a Cassino in una indagine su presunti aggiustamenti in cambio di soldi di una perizia ambientale sulla raffineria di Gela. L’indagine è stata archiviata. Fu indagato a Siracusa, insieme al suo collaboratore Alessandro Ferraro, in uno stralcio dell’inchiesta su Musco e Rossi.

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E nell’aprile 2017 dalla Procura di Roma per l’ipotesi di associazione a delinquere finalizzata a false fatture. Dagli accertamenti venne fuori che Amara era socio di un ex magistrato del Consiglio di Stato in una società maltese che si occupava di start-up. Nell’ultima inchiesta, quella di Messina, è emerso che Amara, insieme al socio Giuseppe Calafiore e al pm Giancarlo Longo, e grazie alla complicità di una serie di consulenti tecnici, avrebbe condizionato l’esito dei procedimenti penali aperti dalla Procura di Siracusa su alcuni suoi clienti. In particolare il pubblico ministero Longo, su input di Amara, avrebbe messo su un’indagine, priva di qualunque fondamento, su un presunto e poi rivelatosi falso piano di destabilizzazione dell’Eni e del suo ad Claudio Descalzi.

I magistrati parlano di «regia» occulta di Amara che amava agire dietro le quinte, ma che adesso parla, svelando i segreti delle sue operazioni. Da un mese, grazie alla sua collaborazione, è agli arresti domiciliari ed ha riempito centinaia e centinaia di pagine di verbali della Procura che sta congelando le dichiarazioni sue e quelle di Giuseppe Calafiore, in incidenti probatori davanti al Gip di Messina.

La prossima udienza, e probabilmente l’ultima, è prevista per il 13 luglio. Ha parlato di Consiglio di giustizia amministrativa, facendo il nome dell’ex giudice del Cga siciliano, Giuseppe Mineo, arrestato oggi per corruzione, e di personaggi eccellenti in verbali pieni di omissis che fanno ritenere che l’inchiesta possa allargarsi a livello nazionale. Perché sul regista Amara indagano anche le procure di Milano e Roma. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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