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Dai fiori al caffè: gli affari da padre in figlio, le carte della confisca al clan Cappello

C'è anche una villa con maneggio di cavalli abusivo (nella foto). Il provvedimento è stato impugnato dalla difesa e ci sarà l'appello ad aprile.

Laura Distefano

20 Febbraio 2025, 14:41

Comunicato stampa CONFISCA 1° GRADO - LOMBARDO (2)

Non a caso Salvuccio Lombardo è conosciuto come “u ciuraru”: l’attività di famiglia è infatti la vendita di fiori in un chiosco davanti al cimitero. Ma gli affari si sono allargati anche alla torrefazione e vendita del caffè. Le imprese sono state confiscate dal Tribunale di Misure di Prevenzione con una sentenza che risale a due mesi fa. E di fatto ha confermato il sequestro che era stato eseguito nel 2022 dalla polizia anticrimine al termine di un’accurata indagine patrimoniale.

Il cugino del boss

Ma chi è Salvuccio Lombardo? Un boss storico dei Cappello. Cugino del capomafia Turi, da decenni al 41 bis, che per un periodo è stato il capo del clan. E precisamente appena fu scarcerato così come è emerso nell’operazione Penelope scattata nel 2017 prese il posso di Massimo Salvo “u carruzzeri” nell’organigramma mafioso. Uno schizzo di un pentito, Carmelo Di Mauro, lo localizzava proprio sulla punta di una piramide: «È il capo supremo della famiglia», disse ai pm. Il figlio Salvuccio Lombardo junior ha seguito le orme del padre. E ha costruito un impero di droga, prettamente marijuana di tipo amnesia che proveniva dalla Spagna. Lombardo jr ha deciso di trasferire la residenza nel cuore dell’Oasi del Simeto dove ha realizzato una villa di sei vani con annesso anche maneggio abusivo con quattro cavalli. Qui, secondo il collaboratore Sebastiano Sardo, ci sarebbero stati «anche degli incontri per discutere di traffico di sostanze stupefacenti e di equilibri nelle forniture delle piazze di spaccio».

Salvuccio Junior

Per il pentito adranita del clan Scalisi, Salvatore Giarrizzo, Lombardo junior inoltre sarebbe il proprietario dell’arsenale ritrovato qualche anno fa alla plaia, vicino al lido Le Capannine. Il figlio del boss è finito in manette nel blitz Minecraft e poi nell’operazione Centauri. Era uno dei cappelloti che si sono presentati nel fortino dei Cursoti Milanesi nell’estate del 2020 e ha partecipato al conflitto a fuoco. L’ultimo a fare rivelazioni sul giovane mafioso è stato l’ex “compagno” di cosca Carmelo Liistro che oltre a confermare la presenza di Lombardo junior tra i centauri che partirono alla volta del viale Grimaldi per mostrare i muscoli a Carmelo Distefano e company, racconta che «tutti sapevano che se dovevano andare a parlare con lui dovevano andare al chiosco caffè di via Poulet, il passareddu (storicamente roccaforte dei Cappello-Bonaccorsi). A proposito della ditta di caffè, dopo che è stato arrestato nel 2021 la nuova leva della mafia catanese - forse proprio per evitare la misura di prevenzione - ha revocato il contratto d’affitto della bottega che è stato poi intestato ad altri familiari, cognata e madre. Quest’ultima ha anche creato un’altra impresa che è considerata la prosecuzione dell’altra attività già destinataria del provvedimento. E quindi solo fittiziamente intestata alla moglie di papà Salvuccio Lombardo. Il Tribunale infatti ha esteso il sequestro anche a questa ditta.

Gli affari del caffè


Oltre al chiosco di fiori e alle 4 ditte di caffè, c’è anche l’abitazione superlusso di Lombardo junior a Ippocampo di Mare nel “pacchetto” della confisca di primo grado. Un vero tesoretto di imprese e immobili che sono nelle mani dello Stato e che per il collegio presieduto da Roberto Passalacqua è stato creato con i soldi sporchi della mafia. Il valore del patrimonio è definito «ingente» dalla Questura.
La difesa ha già presentato ricorso contro la confisca di primo grado che è stata notificata ai Lombardo, 57 anni il padre e 30 anni il figlio, dagli agenti della polizia Anticrimine. Nei confronti dei due il Tribunale ha disposto la misura di prevenzione personale della Sorveglianza speciale per la durata di tre anni e sei mesi. L’appello comincerà il 30 aprile.