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Dai lager agli stupri fino ai naufragi:

Dai lager agli stupri fino ai naufragi: ecco l’orrore che vivono i migranti

Nei racconti dei sopravvissuti l’ennesima frustata all'Europa

Di Redazione |

PALERMO – I lager, gli stupri, le violenze. Non stiamo parlando dei nazisti, ma di quello che vivono tanti migranti prima di salire in Libia sui barconi fatiscenti che non si sa mai se raggiungeranno la loro destinazione, l’Occidente, la terra promessa per i tanti disperati protagonisti dell’attuale massiccia ondata migratoria. Nei racconti dei sopravvisuti a naufragi e operazioni di soccorso difficilissime c’è tutto l’orrore possibile. Dai campi di concentramento alle violenze sessuali di massa, alle botte fino all’esecuzione mortale.

Le ultime assurde storie di violenza escono da un’inchiesta della Procura di Palermo. Il gip del Tribunale ha convalidato il fermo di 17 scafisti sbarcati a Palermo insieme a circa mille migranti arrivati la scorsa settimana a bordo della nave della Guardia Costiera Dattilo. L’attività investigativa svolta a bordo del natante e le successive audizioni dei testimoni da parte dei poliziotti della Squadra mobile, dei militari del Gico del nucleo di polizia tributaria e della stazione navale delle Fiamme Gialle hanno permesso non solo di raccogliere significativi elementi indiziari nei confronti dei componenti dell’equipaggio, individuandone anche i ruoli, ma ha delineato un quadro sempre più completo delle condizioni di indigenza e privazione nelle quali i migranti versavano prima e durante i viaggi della speranza.

I migranti hanno raccontato di aver pagato, mediamente, 1.500 dinari agli esponenti dell’organizzazione, di essere giunti a Sabrata dove per circa sei mesi hanno atteso in abitazioni adibite a veri e propri lager, con il solo sostentamento di una razione di pane e acqua. Di guardare a vista i migranti si sarebbero occupati carcerieri armati e senza scrupoli, capaci anche di esecuzioni sommarie nei confronti di chi si ribellava alle condizioni disumane.  

 
C’è anche una minorenne stuprata e rimasta incinta, secondo quanto riferisce il medico che l’ha visitata, tra i migranti sbarcati a Palermo con la nave Bourbon Argos di Msf; 500 gli uomini; 73 le donne e 31 i minori. «A bordo c’erano 15 donne in stato di gravidanza – dice il medico Giuseppe Termini, direttore del Poliambulatorio Palermo Centro che coordina lo sbarco – e due hanno avuto minacce di aborto. La minorenne incinta è stata stuprata ed è terrorizzata. L’abbiamo affidata alla nostra equipe di psicologi».
 
 
 
«Tra le donne in stato di gravidanza, due hanno avuto minacce d’aborto e sono state portate nelle nostre strutture sanitarie. A bordo – continua il medico – ci sono anche dieci bambini al di sotto cinque anni».  «Non è la prima volta – dice Paola Mazzoni, medico di bordo della nave Bourbon Argos di Msf – che riusciamo a filtrare casi di minorenni incinte perché vittime di stupro. E’ difficile intercettare storie come questa perché si tratta di persone provate dal punto di vista psicologico. Le violenze sessuali non sono solo sulle donne, sono certa che anche ragazzi giovanissimi sono vittime di stupro».
 
 
«Ci sono stati casi di migranti arrivati in Libia per lavorare e non pochi vengono rinchiusi in prigioni, sfruttate per lavorare e al momento di riscuotere il salario subiscono violenze. Ho refertato casi di tortura come deformazioni da fratture per percosse con spranghe di ferro», conclude Mazzoni.
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