Dia: una storia lunga trent’anni che va onorata
Antimafia Itinerante. È il titolo della mostra che sarà visitabile fino a venerdì prossimo. Previsto anche un dibattito sul traffico di rifiuti
«Perché Catania? Perché questa città ospita una delle ventidue sedi della Dia. Perché nel territorio catanese abbiamo sempre riportato risultati investigativi di eccellenza e perché in questa città c’è un procuratore - Carmelo Zuccaro - molto sensibile al contrasto alla mafia ma anche a quei traffici di rifiuti che sono stati scoperchiati attraverso importantissime indagini». Maurizio Vallone, direttore nazionale della Dia, chiarisce i contorni della scelta della nostra città per ospitare la mostra “Antimafia itinerante”, organizzata proprio per celebrare i trent’anni dell’organismo investigativo creato grazie alla caparbietà del giudice Giovanni Falcone.
«Siamo già stati dall’altra parte dell’Isola - ricorda Vallone - ora tocca a Catania e poi toccherà ad altri centri in cui la Dia è attiva».
Vallone ha svelato, assieme al sindaco Salvo Pogliese la teca, coperta con il Tricolore, contenente la “Quarto Savona 15”, l’autovettura della scorta del giudice Falcone, che resterà esposta in piazza Bellini fino a venerdì 17 dicembre.
L’incontro potrà essere seguito in diretta streaming, dalle 11, sul sito della Dia https://direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it e sul sito del Corriere della Sera, https://www.corriere.it.
Domani matti, invece, con inizio alle 10, si svolgerà un incontro-dibattito del direttore della Dia con gli studenti della città condotto dal giornalista di “Repubblica” Salvo Palazzolo e dal giornalista e presentatore Salvo La Rosa, accompagnato da alcuni protagonisti dello spettacolo. Alle 18 si terrà un concerto dell’orchestra Stabile del Teatro Massimo Bellini, che si esibirà in un repertorio classico con musiche di Beethoven e Paganini.
Anche ieri, nel corso della conferenza stampa, così come aveva fatto nell’intervista in esclusiva al nostro giornale, pubblicata domenica, Vallone ha voluto sottolineare l’importanza di curare il rapporto con le giovani generazioni: «Abbiate fiducia nelle forze dell’ordine, nella Direzione investigativa antimafia - ha dichiarato - perché soltanto combattendo insieme, soltanto convincendo i giovani che l’unica strada è quella al di fuori delle organizzazioni mafiose, che avremo la certezza che questa è l’ultima generazione di vita delle mafie».