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Dieci anni fa la strage a Lampedusa: ma nel Canale dal 2003 le vittime sono oltre 22 mila

L'anniversario della tragedia dell'Isola dei Conigli dove morirono 368 profughi

Di Redazione |

Dieci anni fa il naufragio di Lampedusa in cui morirono 368 migranti. Un’imbarcazione libica usata per il trasporto di uomini, donne e bambini si inabissò a poche miglia dal porto dell’Isola delle Pelagie. Il naufragio provocò 368 morti accertati e circa 20 dispersi presunti, numeri che la ricordano come una delle più gravi tragedie nel mar Mediterraneo.

I superstiti salvati furono 155, di cui 41 minori: 40 non accompagnati e uno solo con la famiglia. Il barcone, un peschereccio lungo circa 20 metri, era salpato dal porto libico di Misurata il primo ottobre 2013, con a bordo migranti di origine eritrea e etiope. La barca era giunta a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane quando i motori si bloccarono, poco lontano dall’Isola dei Conigli.

Per attirare l’attenzione delle navi che passavano, l’assistente del capitano ha agitato uno straccio infuocato producendo molto fumo. Questo ha spaventato parte dei passeggeri, che si sono spostati da un lato dell’imbarcazione stracolma che si è rovesciata. La barca ha girato su se stessa tre volte prima di colare a picco. Alle sette circa locali alcune imbarcazioni civili e pescherecci hanno notato i naufraghi e dato l’allarme caricando la maggior parte dei superstiti a bordo. Nei giorni successivi, le operazioni di recupero dei morti e la conta del numero dei morti. Sull’Isola di Lampedusa sono diverse le iniziative organizzate in occasione della Giornata della memoria e dell’accoglienza.

22 mila morti

L’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati, l’Oim – Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, commemorano la Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza, istituita per legge nel 2016 proprio per onorare i 368 rifugiati morti nel naufragio di Lampedusa e tutti coloro che hanno perso la vita nel tentativo di trovare sicurezza e protezione in Europa. Pochi giorni dopo quel drammatico incidente, l’11 ottobre, un altro tragico episodio provocò quasi 300 vittime, tra cui molti bambini. All’epoca, l’appello della comunità internazionale fu quello di impegnarsi a fondo per evitare il ripetersi delle tragedie di questo tipo. Eppure, si legge in una nota, nel corso degli ultimi dieci anni, il Mediterraneo centrale è stato teatro di continui naufragi e incidenti che hanno causato in totale almeno 22.300 morti. Solo nel 2023, sono già oltre 2.000 i morti e dispersi lungo la rotta, Sebbene la maggior parte di essi non sia stata identificata, secondo le recenti stime diffuse dall’Unicef sarebbero almeno 289 i minori, 11 ogni settimana.

«In questo specifico momento occorre considerare che il flusso migratorio attuale, pur non rappresentando una crisi numerica a livello nazionale ed europeo, quest’anno coinvolge in modo importante l’isola di Lampedusa, dove si sono concentrati circa il 70% degli sbarchi del 2023 e dove si sono quindi create enormi difficoltà operative e logistiche. Risulta necessario quindi garantire trasferimenti tempestivi verso strutture adeguate, soprattutto per i minori, ragazze, donne e altre categorie con vulnerabilità specifiche – conclude la nota -. La migrazione rappresenta uno degli eventi geopolitici più rilevanti del nostro secolo e richiede di essere affrontato con politiche lungimiranti che guardino al lungo termine, al fine di consentire a tutti gli Stati di trarre benefici da un fenomeno che rappresenta una risorsa per l’Europa così come per i paesi di origine dei migranti. La cooperazione e la solidarietà tra Stati rimane fondamentale per affrontare questa complessa sfida umanitaria e politica. L’UNHCR, l’OIM e l’UNICEF continuano a collaborare con determinazione e impegno, insieme alla comunità internazionale, per cercare soluzioni sostenibili alla crisi umanitaria nel Mediterraneo. Il nostro comune obiettivo è quello di salvare vite umane e garantire i diritti fondamentali delle persone».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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