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Dopo la paurosa eruzione e i turisti in fuga dall’Etna, sarà potenziato il presidio di accesso ai crateri sommitali

Vertice in prefettura a Catania per analizzare e prevenire i rischi legati al vulcano

Di Francesca Aglieri Rinella |

Misure preventive e tempestive di gestione delle eventuali situazioni di rischio derivanti dai fenomeni eruttivi o da altre emergenze vulcaniche sull’Etna: di questo si è discusso durante la riunione convocata dal prefetto di Catania Pietro Signioriello d’intesa con il Dipartimento regionale della Protezione Civile per esaminare le modalità di fruizione delle zone sommitali dell’Etna definire, appunto, le misure di prevenzione e gestione delle emergenze connesse all’attività eruttiva del vulcano. All’incontro hanno preso parte, oltre al dirigente del Dipartimento Regionale della Protezione Civile Salvatore Cocina, i rappresentanti della Città Metropolitana di Catania, i sindaci dei Comuni dell’area etnea, i vertici delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, dell’Ingv della Polizia Stradale, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale, della commissione Straordinaria del Comune di Randazzo, i responsabili delle strutture territoriali dell’Anas, del Parco dell’Etna, del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e del Collegio regionale delle Guide Alpine e Vulcanologiche della Sicilia.

Sicurezza e viabilità

Durante la riunione è stata condotta un’attenta analisi dei profili connessi alla sicurezza, alla viabilità e all’incolumità pubblica, con riferimento sia alle aree di maggiore afflusso turistico sia ai tratti stradali di accesso alle zone più esposte del vulcano. Il prefetto, nel riconoscere l’elevatissima efficienza della rete di allertamento di Ingv e Protezione civile regionale, ha invitato «ad attenzionare i profili di comunicazione preventiva agli utenti e il tema dell’inibizione degli accessi in caso di allarme». Sul punto, assumono un ruolo fondamentale, da un lato, le ordinanze immediate dei sindaci, da diffondere avvalendosi di tutti i possibili strumenti offerti dalla tecnologia, dall’altro, l’organizzazione di un sistema programmato e composito di turnazione ai cancelli, in maniera da realizzare un automatismo che inibisca gli accessi in situazione di preallarme e renda il sistema resiliente a qualunque scenario.

L’eruzione del 2 giugno

Il dirigente Cocina ha evidenziato come «nell’ultimo evento piroclastico del 2 giugno scorso, nonostante il tempestivo allarme diramato dalle 5.30 del mattino dal suo dipartimento a seguito di comunicazione di Ingv, diverse persone si trovavano in aree interdette e situazione di grave pericolo. Ciò conferma la necessità di potenziare il sistema di controllo attraverso la prioritaria pianificazione di turnazioni per il presidio delle vie di accesso alle aree a maggior rischio». Cocina ha quindi comunicato che il dipartimento ha definito le nuove procedure di allertamento aggiornate con i nuovi scenari di rischio elaborati da Ingv (compresi quelli del 2 giugno). La Protezione Civile regionale sta inoltre valutando un sistema di allarme con sirene come già installato a Stromboli. Cocina ha confermato la disponibilità del volontariato di protezione civile da associare alle forze dell’ordine per il presidio dei cancelli e l’assistenza alla popolazione nonché di contributi finanziari per i comuni per consentire le attività in extra orario delle polizie locali per i cancelli.

Lavoro di squadra

Il prefetto ha ribadito che occorre mettere in campo tutte le forze disponibili (forestali, Anas, Polizia locale, vigili del fuoco, volontariato) perché presidino e inibiscano il transito nell’ambito di un coordinamento curato dalla questura e, in particolare, dalla specialità della Polizia stradale, quale capofila di un sistema complesso che provveda alla calendarizzazione di una turnazione semestrale. Le istituzioni coinvolte hanno convenuto sull’opportunità di rafforzare il coordinamento operativo tra tutti gli enti territorialmente competenti, per garantire una fruizione sicura dell’Etna da parte di cittadini e visitatori, anche attraverso la predisposizione di specifici protocolli di intervento e l’adozione di strumenti di monitoraggio costante dell’attività vulcanica.

L’Ingv

Il direttore della Sezione Osservatorio Etneo dell’Ingv, Stefano Branca, ha confermato che l’Etna dispone del primo sistema automatico di allerta per eventi parossistici al mondo. Il vulcano negli ultimi decenni è cambiato sia come modo di eruttare sia come assetto morfologico. Due i profili in analisi: da un lato, le aree sommitali, in relazione alle quali il sistema di allerta automatico ha efficacemente ristretto i tempi di comunicazione dei livelli di allerta; dall’altro, la zona di pericolosità permanente, in cui possono verificarsi eventi imprevedibili e alla quale dovrebbe essere sempre precluso l’accesso.

Le prossime mosse

In conclusione, il prefetto, nel sottolineare l’importanza di un approccio integrato e sinergico, basato sulla responsabilità condivisa, sulla comunicazione tempestiva e sulla collaborazione interistituzionale, quale presupposto imprescindibile per assicurare un’efficace tutela del territorio e della popolazione, ha chiesto l’avvio di un tavolo itinerante per individuare i punti in cui realizzare i cancelli e l’attivazione di un tavolo tecnico per pianificare un sistema di turnazione semestrale nel presidio delle vie di accesso. Il tavolo sarà convocato dalla protezione civile regionale già martedì due luglio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA