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Dopo «spalmiamo i morti» spunta «li scotoliamo» nelle intercettazioni dell’inchiesta sui dati Covid truccati

Di Redazione |

PALERMO – Dopo «spalmiamo i morti», spunta un altra intercettazione che – come ha scritto il Gip di Trapani Caterina Brignone nell’ordinanza di custodia cautelare dell’inchiesta sui falsi dati Covi – fa emergere «un modo di fare degli indagati, del tutto dimentichi delle tragedie personali, familiari e collettive che stanno ovviamente dietro quei numeri che avrebbero dovuto essere correttamente accertati e comunicati».

Nell’ordinanza c’è un passaggio in cui la dirigente dell’Osservatorio epidemiologico della Regione, Letizia Di Liberti (ora agli arresti domiciliari), parla al telefono con Ferdinando Croce, anche lui indagato, e dice: «Ou, vedi che sono assai! Che c’è il dato questo dei deceduti e quindi ti diminuisce la terapia intensiva, ma non perché la gente torna nei reparti».

Dall’altra parte: «La terapia intensiva diminuisce perché ce li scotoliamo (parla in tono sarcastico)». La parentesi è il commento, in corsivo, di chi trascrive l’intercettazione.

«Scotolare», come spiega il dizionario Treccani, è un’espressione vernacolare (esempio: «scotolare la tovaglia», cioè, scuotere le briciole dalla tovaglia). Nel caso in questione è detto dei morti.

Infatti, la stessa Di Liberti, subito dopo dice: «Perché muoiono». I decessi e non le guarigioni, insomma, sono la ragione della diminuzione della terapia intensiva.

La frase “spalmiamo i morti” –  che invece sarebbe stata pronunciata dall’ormai ex assessore regionale Ruggero Razza- ha detto ieri il procuratore aggiunto di Trapani, Maurizio Agnello – «seppur in un contesto telefonico, ci ha colpito molto, ed è una terminologia significativa della spregiudicatezza della condotta».

Dalle intercettazioni è emerso il panico che c’era tra i responsabili dell’Osservatorio Epidemiologico dell’assessorato alla Salute siciliano. Conversazioni concitate, i conti che non tornavano, l’esigenza di «spalmare» i decessi per evitare di comunicare il superamento di quota 20 giornalieri e la decisione di aumentare a caso il numero dei tamponi fatti.  «… Ma mettici 2.000 di rapidi.. fregatene!!!», dice la dirigente per gonfiare i numeri sui test fatti all’impiegato della società che gestisce il sistema informatico dei flussi da comunicare all’Istituto Superiore di Sanità. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA