IL BLITZ
Droga e cellulari nel carcere Pagliarelli di Palermo: indagato anche Niko Pandetta
Il nipote del boss ergastolano Turi Cappello, è citato in tre capi d’imputazione ma non è stato destinatario di alcuna misura cautelare
C’è anche il trapper catanese Niko Pandetta tra gli indagati dell’operazione palermitana che stamattina ha scoperchiato un sistema illecito per introdurre droga e telefonini nella casa circondariale di Pagliarelli con purtroppo il coinvolgimento anche di alcuni agenti penitenziari infedeli.
Pandetta, nipote del boss ergastolano Turi Cappello, è citato in tre capi d’imputazione ma non è stato destinatario di alcuna misura cautelare (il pm l’aveva chiesta). Pandetta avrebbe promesso 1.000 euro al fine di corrompere uno dei poliziotti della penitenziaria affinché gli facesse avere un telefonino in carcere. In un altro episodio il trapper avrebbe ricevuto un cellulare da un altro agente. Nel terzo caso è contestato al trapper il possesso prima di marzo 2024 di più dispositivi di comunicazione durante la sua detenzione al carcere di Palermo.
Ultimamente Pandetta – che sta scontando una condanna per droga evasione e rissa in una cella di Cagliari in Sardegna – è finito sotto i riflettori per la videochiamata con il rapper Baby Gang durante il concerto del Primo Maggio alla Plaia di Catania.
Gli altri catanesi
Ordinanza di custodia cautelare anche per due catanesi, Antonio Nigito e Alex De Vita. Gli altri arrestati sono Alessio Alario, Vincenzo Cannariato, Franco Filizzola, Antonino Messina detto “pocket coffee”, Joseph Messina, Filippo Miranda, Giuseppe Volpe detto “mezzo chilo”, Paolo Francesco Cardinale e Andrea Giuseppe Corrao. Gli ultimi due sono guardie penitenziarie e sono agli arresti domiciliari.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA