Due sentenze favorevoli, ma il Comune non dà la licenza

Di Gioacchino Schicchi / 08 Febbraio 2016

Villaggio Mosè, il privato, in assenza di segnali di “vita” dell’Ente pubblico inizia a costruire un centro commerciale in forza di pronunciamenti legali. Divampa la polemica e, pare, non si faranno attendere conseguenze.

Luogo delle vicende, via Parco Angeli, nei pressi del viale Sciascia. Qui, appunto, la società “Gellia”, nome non nuovo per gli osservatori più attenti, ha iniziato il 9 dicembre scorso a costruire una struttura di vendita sebbene, ci spiegano i legali della stessa ditta, questa sia ancora in attesa da parte del Comune di Agrigento di risposte rispetto al permesso di costruire. Permesso richiesto nel 2010, poi quasi ottenuto e successivamente respinto nonostante il versamento di parte degli importi per gli oneri di urbanizzazione, perché, si sostenne, il Prg , nella sua versione del 2012, non prevedeva in quella zona centri commerciali, ma “spazi pubblici e privati riservati alle attività collettive” (scuole, ospedali, palazzetti dello sport ecc). Un errore degli uffici? Non esattamente, perché, nel frattempo, il Piano regolatore era stato adottato dal Comune per mancanza di risposte da parte della Regione, che si attiverà solo più avanti e con conseguenze “tragiche”. Ad ogni modo la “Gellia” avvia un interminabile contenzioso per ottenere la concessione, che si è concluso, a settembre, con la ditta che ha ottenuto dal Cga il pronunciamento definitivo sul fatto che il Piano regolatore generale non è quello approvato dalla Regione ma quello adottato dal Comune e che quindi in quell’area è possibile costruire un centro commerciale.

E se il Municipio, ancora oggi, non ha avuto formalmente nulla da eccepire alla Gellia (che, inviata una comunicazione di avvio dei lavori è partita spedita) a testa bassa sulla vicenda è intervenuto il consigliere comunale Marcello La Scala, che nella giornata di ieri ha inoltrato alla stampa una denuncia alla Procura di Agrigento e all’Anac con il quale ha evidenziato una serie di presunte inadempienze da parte della ditta (l’aver appunto agito senza un titolo concessorio, sostenere un progetto ritenuto, attraverso nota, dal dirigente del settore Lavori pubblici “in contrasto con la pianificazione urbanistica generale” e con i Prg ecc) e ha sporto “formale denuncia nei confronti del Comune di Agrigento, in persona del sindaco pro-tempore, del dirigente il settore ‘Territorio e Ambiente’, nonché di eventuali terzi che risulteranno, a qualsivoglia titolo, responsabili” per non aver sostanzialmente vigilato.

Se il legale della ditta, Rosa Salvago, ha annunciato che si procederà per diffamazione contro La Scala, al consigliere replica il Comune attraverso l’assessore Elisa Virone, la quale ha precisato che “l’iter concessorio è accompagnato dalla pronuncia di una ordinanza giudiziaria proveniente dal Consiglio di Giustizia Amministrativa che pone all’Amministrazione cittadina delle specifiche indicazioni che riguardano il caso concreto. Chi scrive su materie così complesse ed articolare non può ignorare che, fermi i dovuti controlli sul procedimento azionato sia sul piano amministrativo che edilizio-urbanistico, norme precise impongono l’ottemperanza ai provvedimenti giurisdizionali”.

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