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È morto il “pentito” Francesco Geraci: custodì il tesoro di Riina e svelò la gioventù di Matteo Messina Denaro

Il gioielliere di Castelvetrano fu arrestato nel '95 con l'accusa di essere il prestanome della famiglia Messina Denaro

Di Alfredo Zermo |

E' morto il collaboratore di giustizia Francesco Geraci, l' ex gioielliere di Castelvetrano che custodì il ''tesoro'' di Riina e svelò agli inquirenti la gioventù del padrino di Castelvetrano Matteo Messina Denaro trascorsa tra locali alla moda e belle donne.

La notizia della scomparsa del pentito è stata riportata dal Corriere della Sera (qui l'articolo). Fu Geraci a raccontare l'ultima vacanza da uomo libero del boss: era  l'estate del '93 quando Messina Denaro  e la giovane fidanzata viennese Andrea H. trascorsero un'estate in una villa lussuosa a Forte dei Marmi insieme ai capimafia palermitani Filippo e Giuseppe Graviano e le rispettive fidanzate. Nel 2002 arrivarono le prime condanne definitive per Messina Denaro: ergastoli per la stagione delle bombe mafiose del 1993 a Roma, Firenze e Milano. 

La fidanzata viennese di MMD

«Matteo ci teneva che la sua ragazza vestisse elegantemente – è scritto in un verbale delle rivelazioni di Geraci – e lei indossava indifferentemente la gonna o i pantaloni, scarpe con tacco o scarpe basse, in ogni caso curata nell'aspetto e nell'abbigliamento''. Di Andrea H., detta ''Asi'', una trentenne bionda alta un metro e 70 circa, viennese, si sono perse le tracce quando è cominciata la latitanza di Messina Denaro. Ma almeno fino all'estate del 1993 era sempre al suo fianco, anche se la coppia conviveva senza aver celebrato il matrimonio (una novità rispetto alle usanze del passato). 

Quell'anno, tra luglio e agosto, come detto Matteo e Andrea H. e i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano con le rispettive fidanzate, le palermitane Francesca e Rosalia, trascorsero un' estate da vip in una villa a Forte dei Marmi.  Lo stesso tenore di vita, secondo Geraci, Messina Denaro e la fidanzata lo tenevano in Sicilia. Il boss le aveva trovato un lavoro (ma in realtà era più un'ospite che una dipendente) in un albergo di Triscina: un vicedirettore protestò per la presenza ''di certi mafiosetti'' e pochi giorni dopo fu trovato morto. Anche i Graviano avevano abitudini analoghe. Quando furono arrestati in un ristorante di Milano, il 27 gennaio 1994, erano in compagnia di Francesca e Rosalia e nonostante un pomeriggio di shopping le ragazze avevano ancora in tasca diversi milioni in contanti.    

Il gioielliere Francesco Geraci fu arrestato nel 95 all'età di 32 anni con l'accusa di essere un prestanome dei boss Francesco e Matteo Messina Denaro. Un anno dopo avviò la sua collaborazione con la giustizia.

Il tesoro di Riina

Geraci come detto era il ''custode'' dei gioielli di Riina che aveva affidato il suo ''tesoro'' ad uno dei boss più potenti di Cosa Nostra e suo fidatissimo amico, Matteo Messina Denaro, allora latitante, che a sua volta si rivolse al suo prestanome perché quel "tesoro" fosse protetto nella maniera opportuna. I preziosi (anche molti orologi Cartier con brillanti) erano nascosti sotto il pavimento di una delle stanze dell'appartamento di Francesco Geraci. «Per trovare il tesoro – rivelò il pentito agli inquirenti – è necessario utilizzare una grossa ventosa che vi permetterà di sollevare un paio di mattoni sotto i quali sono nascosti i gioielli».

Nel nascondiglio furono trovati anche un crocifisso in oro con brillanti, 400 sterline in oro, sei passaporti in bianco, quattro monete d' oro commemorative dei Mondiali del '90, ciascuna intesta ad un figlio di Riina, 1500 dollari, ed altri preziosi. Per gli investigatori, tuttavia, quella era soltanto una parte marginale delle disponibilità dell'allora capo dei capi.

Geraci fornì anche alcune notizie su altre proprietà di Riina (25 ettari di terreno nel Trapanese, cointeressenze in cantine vinicole) ed ha raccontato che il boss e la famiglia trascorrevano le vacanze estive nella località balneare di Triscina, a Castelvetrano. Lui stesso li portò più volte per mare sul suo motoscafo. Per quanto riguarda i preziosi, Geraci ha rivelato che una parte gli vennero consegnati da Matteo Messina Denaro, un' ltra dallo stesso Riina davanti a moglie e figli.

Geraci contribuì pure a disvelare la strategia del terrore di Cosa Nostra. Dopo aver rivelato ai magistrati siciliani di aver preso parte all' organizzazione di attentati a Maurizio Costanzo, Michele Santoro, Pippo Baudo e all'ex ministro Claudio Martelli, Geraci disse di essersi trasferito a Roma, con notevoli disponibilità finanziarie, insieme a Messina Denaro, a Vincenzo Sinacori e a Lorenzo Tinnirello per preparare gli attentati 

E raccontò la ''bella vita'' di Messina Denaro e degli altri mafiosi nel 1992 a Roma, quando frequentavano i locali alla moda alla ricerca di personaggi pubblici da colpire. Le donne erano rimaste a casa e i boss non disdegnavano di cercare altre compagnie femminili.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA