È un giallo la morte della giovane hostess di Palermo a Vienna: «Vogliamo sapere cosa è successo in quell'appartamento»
La tesi del suicidio, inizialmente privilegiata dagli investigatori, sembra essere stata per ora accantonata: sospetti sul fidanzato
È un giallo la morte di Aurora Maniscalco, assistente di volo di 24 anni originaria di Palermo, precipitata a Vienna dal terzo piano di un palazzo. La polizia austrica ha privilegiato si da subito la pista del suicidio, ma quello che è accaduto in quell'appartamento prima della caduta dal terzo piano, non è ancora chiaro. E alcuni indizi farebbero propendere per altre ipotesi.
«Abbiamo presentato due esposti - ha detto l’avvocato Alberto Raffadale che assiste la famiglia della giovane hostess - uno alla procura di Vienna e un altro a quella di Palermo per la morte di Aurora Maniscalco avvenuta a Vienna. E’ stato chiesto il sequestro della salma per fare eseguire l’autopsia e il sequestro dell’abitazione e dei dispositivi della ragazza e di tutto quello che può fare luce su quanto successo. Le autorità austriache volevano consegnare il corpo della giovane alla famiglia. Forse avevano già chiuso il caso come suicidio, ma la famiglia chiede chiarezza su quanto successo».
«Negli esposti abbiamo solo chiesto di fare luce. Abbiamo solo evidenziato, come raccontano i familiari, che il giovane fidanzato anche lui palermitano ha chiamato la famiglia dopo sette ore e che i primi ad arrivare a Vienna sono stati i familiari del giovane. - aggiunge l’avvocato - Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, ma su questa vicenda riteniamo legittimamente che ci siano aspetti da chiarire».
La famiglia non crede comunque che la ragazza possa essere volontariamente tolta la vita, tanto da chiedere giustizia. «Ciao Auri - scrive sui social Federica Bevilacqua, cugina di Aurora Maniscalco, - vola per sempre nei cieli come facevi in terra. Noi ti faremo giustizia, non ci fermeremo di fronte a niente».
Il fidanzato sotto torchio
La polizia austrica ha comunque interrogato il fidanzato di Aurora, palermitano anche lui, 27enne, che aveva dato l'allarme dopo la caduta della ragazza dal terzo piano. La famiglia ribadisce di non voler puntare il dito contro di lui però ha riferito agli investigatori di una lite tra i due nei giorni scorsi, circostanza che potrebbe rivelarsi utile alle indagini.
Assieme al padre di Aurora, che vive a Rimini, e alla madre, a Vienna è arrivato anche il fratello della giovane hostess, che viveva nella capitale austriaca da circa tre anni dopo un’esperienza in Croazia. Il prossimo 15 luglio, nel giorno in cui a Palermo si festeggia Santa Rosalia, la ragazza avrebbe compiuto 25 anni.
«Era stata per un periodo a Praga da un amico - raccontano i parenti - Poi era tornata a Vienna, dove abitava con il fidanzato, ma con lui c'erano stati dei problemi». Il giovane - che oltre a lavorare per una compagnia aerea, è un musicista jazz - è stato interrogato a più riprese, ma la polizia austrica non ha ancora preso provvedimenti nei suoi confronti, pur valutando a questo punto anche altre ipotesi oltre a quella del suicidio.
Negativi gli esami tossicologici
Sono negativi gli esami tossicologici fatti su Aurora Maniscalco, l’hostess caduta dal terzo piano del suo alloggio e morta a Vienna secondo quanto hanno appreso alcuni familiari. «Non crediamo affatto al suicidio-dicono- Era venuta a Palermo a maggio e non era affatto depressa. Voleva iscriversi a un corso di tedesco e aveva progetti». I familiari confermano che l'hostess e il fidanzato litigavano spesso. «Non sappiamo però - spiegano - quali fossero i motivi».