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Etna, Natale in bianco: fra neve scarsa e contenziosi, ancora pochi affari in quota

Di Francesco Vasta |

CATANIA – Scenari di rischio, strade, monitoraggio del territorio. La macchina della stagione invernale è già in moto sull’Etna. L’obiettivo è di non lasciare spazio all’impreparazione, nel recente passato sconfinata persino nel paradosso di una montagna «chiusa per neve» perché nessuno riusciva a liberare le vie di accesso alle stazioni invernali.

Più su, nei comprensori sciistici del versante nord e del versante sud, tutto sarebbe nella norma. A Piano Provenzana, la stazione di Linguaglossa, si punta tutto sulla neve dopo le interminabili amarezze della stagione estiva, bloccata per la lite fra con il Comune di Castiglione sull’affidamento della pista per i crateri. Sulla ripartenza degli impianti invernali, gestiti da Funivia dell’Etna, non ci sono invece ostacoli, e si attende solo la prima “vera” neve che si sera possa arrivare dopo questo Natale mite con temperature quasi primaverili.

A Rifugio Sapienza, la stazione in territorio di Nicolosi, si guarda invece all’inverno con quasi nessun patema: gli affari vanno a gonfie vele per almeno sette-otto mesi l’anno, dunque le settimane degli sci possono scorrere anche senza troppo pienone. Ci si è abituati anche al blocco degli impianti di risalita comunali, inutilizzati dal 2016 a causa del contenzioso fra Comune di Nicolosi e il gruppo Russo Morosoli, gestore della funivia e dell’impianto della Montagnola, gli unici operativi sul versante sud.

Il sindaco Angelo Pulvirenti fa capire che la questione non si risolverà tanto facilmente, e neppure sono prevedibili delle tempistiche. «Gli impianti – di proprietà comunale ma costruiti su terreni della Funivia, ndr – sono ormai vandalizzati e presentano diversi problemi anche di funzionalità». L’inchiesta Aetna della Procura di Catania ha poi bloccato ogni interlocuzione fra le parti. «Per chiudere almeno quel contenzioso – prosegue Pulvirenti – si è perso il treno molti anni fa, quando la Funivia ci propose due milioni e mezzo per gestirli e poi, al termine dell’affidamento, restituire terreni e impianti al Comune».

Oggi, anche al netto della palude del contenzioso, la domanda secondo il sindaco resta: «Chi li gestirebbe? Il Comune non può farlo, temo che di tempo ne passerà».

Più giù, la Prefettura di Catania prova a mettere ordine nella nebulosa di competenze incrociate che fanno a pezzetti il vulcano patrimonio Unesco. Le strade competono alla Città metropolitana di Catania, mentre sono più di dieci i Comuni direttamente o indirettamente interessati. Il prefetto Claudio Sammartino ha discusso della sicurezza durante la stagione invernale sull’Etna, durante l’ultimo Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, anche naturalmente con le forze dell’ordine, le autorità sanitarie d’emergenza, Anas e Protezione civile. Toccherà ai sindaci e all’ex Provincia raccordarsi per monitorare sulla viabilità in caso di neve, mentre sarà cruciale come sempre il lavoro della Pubbliservizi per assicurare lo spazzamento di arterie fondamentali come la Sp 92 e la strada Mareneve per Piano Provenzana.

I sindaci, scottati dalle esperienze del passato, hanno chiesto garanzie sulla pronta efficienza di spazzaneve e spargisale. Il prefetto Sammartino ha poi disposto un piano straordinario di vigilanza, con la possibilità di attivazione di “cancelli” che blocchino l’afflusso in alta quota in caso di forti nevicate o di auto non munite di catene o gomme termiche.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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