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Ex province, il disastro è servito E c’è chi dovrà tagliare i riscaldamenti

Di Redazione |

Il pasticcio era nell’aria da tempo e da scuole ed enti che comunque dipendevano dalle ex province l’allarme era stato lanciato con largo anticipo. Ora i nodi annunciati sono puntualmente arrivati al pettine perché le ex province, oggi liberi consorzi comunali, non hanno più le risorse per pagare le utenze delle scuole, dall’acqua al metano, dalla luce al telefono. Ex province sull’orlo del dissesto soprattutto a causa del cosiddetto prelievo forzoso dello Stato e stabilito a suo tempo dal Governo Crocetta nell’ambito di una abolizione delle province che, a conti fatti, sta creando più problemi di quanti ne abbia “risolti” e che sostanzialmente non ha fatto risparmiare quasi nulla. All’Ars c’è un emendamento (primo firmatario l’on. Giorgio Assenza di Diventerà bellissima), con il quale si punta ad autorizzare i Liberi consorzi e le città metropolitane a stanziare la maggiorazione del contributo della finanza pubblica di competenza dell’esercizio 2018 nel bilancio di previsione 2019 e il cui onere viene assunto dalla Regione siciliana. L’obiettivo è evitare il default.

A Caltanissetta c’è aria di rivolta da parte dei dirigenti scolastici che dovranno attingere ai fondi della scuola visto che il Libero Consorzio non può più operare alcun impegno di spesa. Molti presidi hanno inviato una diffida al commissario straordinario dell’ente e al dirigente del settore pubblica istruzione, trasmessa anche a prefetto, assessori regionali alla pubblica istruzione e alle autonomie locali, direttore dell’Ufficio scolastico regionale Sicilia, dirigente dell’Usr ambito Caltanissetta-Enna, chiedendo la revoca del provvedimento giacché il pagamento delle utenze – sostengono – non rientra tra i capitoli di spesa del proprio bilancio. E hanno aggiunto che il mancato pagamento delle utenze da parte del Libero Consorzio si configurerebbe come interruzione di pubblico servizio e lesione del diritto allo studio. Sta di fatto che a quattro giorni dalla riapertura delle scuole si rischiano le lezioni al freddo. Già da ieri alcuni istituti sono al freddo. Intanto è stata disposta la disdetta delle utenze inerenti al riscaldamento di tutti gli uffici provinciali, e che, a seguire, si procederà al drastico ridimensionamento di quelle elettriche e telefoniche, razionalizzando quelle idriche.

Ad Agrigento intanto è stata bloccata la stabilizzazione dei precari, garantendo comunque il loro posto di lavoro fino al dicembre del 2019. Si tratta di 133 persone che ora hanno paura. Il commissario Di Pisa ha firmato un atto di indirizzo, con il quale manifesta “l’intento di procedere alla stabilizzazione di tutto il personale precario”, ma subordina tutto all’avvio effettivo delle procedure “alla soluzione delle problematiche conseguenti agli inadempimenti dell’Osservatorio regionale per l’attuazione della legge 15” e cioè della legge che ha riformato le province e che prevedeva tra le varie cose la riallocazione del personale in altri enti.

Anche a Enna c’è il rischio che si blocchi la stabilizzazione dei 99 precari anche perché l’Ente rischia di dovere dichiarare il dissesto. E intanto prova a vendere alcune case cantoniere, tre nel comune di Aidone (contrada Malaricotta e due sulla Sp 35), a Gagliano (contrada Galleria), ad Assoro (contrada Comuni e Cavalcatore), a Nissoria (contrada Favara), a Villarosa (sulla Sp 6), Piazza Armerina (contrada Bivio Catena ed Erbe Bianche), Valguarnera (contrada Ferrovia) e Calascibetta (sulla Sp 94), da cui spera di incassare poco meno di mezzo milione, mentre intende affittare di via Varisano/piazza VI Dicembre, in piazza della Bonifica a Pergusa ed un altro locale a Nicosia

A Ragusa comunque sono state stanziate le somme per versale le indennità ai dirigenti e gli arretrati contrattuali dei dipendenti dell’ex provincia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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