Falsi contratti a extracomunitari, chiesto giudizio per un ex prete
A reperire e redigere la falsa documentazione sarebbe stato l’ex prelato, che avrebbe anche condotto le trattative con gli extracomunitari per far loro ottenere permessi di soggiorno
Per concorso in falso in atto pubblico, inducendo in errore pubblici ufficiali, e favoreggiamento dell’illegale permanenza di stranieri sul territorio italiano, la Procura di Marsala ha chiesto il rinvio a giudizio di un ex prete, Vito Caradonna, 49 anni (in laicale dal 2017, dopo le condanne subite in due diversi processi per tentata violenza sessuale su un uomo e circonvenzione di incapace), e di cinque stranieri: Biron Sarr, di 35 anni, Muhammed Kietà, di 28, entrambi del Gambia; Bou Makadji, di 36, del Mali; Sakander Ali, di 33, del Pakistan; e Zalfata Liza, di 33, delle Isole Comore.
Secondo l’accusa, tra i primi mesi del 2018 e il luglio 2020, in concorso tra loro e con cittadini extracomunitari che hanno poi ottenuto il permesso di soggiorno (per i quali si è proceduto separatamente), dopo aver venduto a questi ultimi, ricevendo da ciascuno un corrispettivo variabile da 200 a 350 euro circa, contratti di lavoro o di locazione ideologicamente falsi, determinavano l’induzione in errore dei pubblici ufficiali, che, ricevute le istanze per il rilascio del permesso di soggiorno, rilasciavano o rinnovavano oltre sessanta permessi di soggiorno.
Per gli investigatori, a reperire e redigere la falsa documentazione sarebbe stato l’ex prete, che avrebbe anche condotto le trattative con gli extracomunitari, «sfruttando - si legge nel capo d’accusa - la loro situazione di necessità». I cinque stranieri imputati, adesso quasi tutti irreperibili, avrebbero procacciato i «clienti».