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Falsificazione dei dati Covid in Sicilia, indagato anche l’assessore regionale Razza

Di Redazione |

PALERMO – C’è anche l’assessore alla Salute della Sicilia, Ruggero Razza, tra le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Trapani che all’alba ha portato all’arresto, tra gli altri, della dirigente del Dipartimento della Sanità Maria Letizia Di Liberti.

Razza è accusato di falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale e oggi stesso potrebbe essere interrogato dai magistrati che conducono l’inchiesta.

«Sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave – sottolineano gli inquirenti, nei confronti di Razza – è emerso il parziale coinvolgimento nelle attività delittuose del Dasoe”. A Razza è stato notificato un invito a comparire e contestuale avviso di garanzia per falsità materiale e ideologica. Sono stati sequestrati i suoi telefoni cellulari. 

I Carabinieri del Nas di Palermo e del Comando provinciale di Trapani hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip di Trapani, su richiesta, in via di assoluta urgenza, della Procura, nei confronti di appartenenti al Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (Dasoe) dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana.

I reati contestati sono falso materiale ed ideologico in concorso. In particolare gli arrestati sono accusati di aver alterato, in svariate occasioni, il flusso dei dati riguardante la pandemia di Covid 19 modificando il numero dei positivi e dei tamponi, diretto all’Istituto Superiore di Sanità, e alterando di fatto la base dati su cui adottare i provvedimenti per il contenimento della diffusione del virus.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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