il caso
Filippo Mosca “spera” nell’appello: in Romania attesa per la data della sentenza
Il ragazzo nisseno è detenuto a Costanza dallo scorso anno dopo una condanna per droga
Cresce l’attesa per conoscere il destino di Filippo Mosca, il ventinovenne di Caltanissetta, arrestato a maggio del 2023 e detenuto da 10 mesi nel carcere di Porta Alba, a Costanza, in Romania, dopo una condanna in primo grado a 8 anni e 6 mesi per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
L’udienza di ieri
«L’8 marzo sarà fissata la data per la sentenza d’appello», dice la madre Ornella Matraxia, raggiunta dall’ANSA al telefono pochi minuti dopo l’uscita dal tribunale di Costanza, in Romania, dove ieri si è celebrata la prima udienza del processo d’appello al figlio. Durante l’udienza sono intervenuti il pm che ha rilanciato le accuse ai giovani italiani, l’avvocato difensore di Filippo Mosca, Alexandru Pascu Radu, il quale nel suo intervento davanti ai giudici, tra le altre cose, ha sottolineato che l’operato di poliziotti e magistrato non sarebbe stato in linea con le leggi romene. Il giovane sarebbe stato infatti trattenuto 21 ore quando invece per lo stato di fermo le norme prevedono non oltre le 8 ore. Hanno parlato anche l’avvocato di Luca Cammalleri e quello della ragazza italiana che aveva chiesto a Filippo Mosca di poter ricevere il pacchetto nel suo hotel al cui interno sono stati trovati poi 150 grammi di droga. I legali degli italiani hanno ricostruito i fatti, ribadendo tutte le tesi difensive a sostegno dei loro assistiti.
Qualcosa sta cambiando
«Abbiamo notato un trattamento diverso rispetto alle altre udienze – dice Ornella Matraxia -, per esempio i ragazzi sono arrivati in tribunale con un mezzo di trasporto dedicato soltanto a loro. Sono stati portati un quarto d’ora prima dell’udienza, quindi niente lunghe attese ed inoltre in aula non avevano le manette ai polsi come accaduto le altre volte».
In aula solo i familiari
I giudici hanno deciso di far restare in aula durante l’udienza soltanto i familiari, pertanto sia i funzionari dell’ambasciata italiana sia i rappresentanti dell’associazione “Prigionieri del silenzio» con la presidente Katia Anedda, sono stati lasciati fuori. «Non è stato certamente un bel segnale quello dei giudici di lasciare fuori i funzionari dell’ambasciata – dice con amarezza la madre di Mosca -. Gli avvocati sono stati chiari sulla irregolarità della trascrizione delle intercettazioni, ci sono sette ‘files’ di intercettazioni ma il pm, in modo arbitrario, ne ha presentati soltanto tre».
Il coraggio di mamma Ornella
Prima di recarsi in tribunale stamane Ornella Matraxia, in ansia, aveva registrato un videomessaggio per ringraziare tutti coloro che la stanno sostenendo: «Mi arriva forte il vostro calore. Pregate per me, per noi». Ma l’angoscia non passa perché i giudici si sono riservati la decisione e, secondo i legali romeni, per la sentenza passeranno da 3 a 4 settimane. Il destino di Filippo Mosca, Luca Cammalleri e della ragazza italiana resta ancora appeso ad un filo di speranza. Così come il loro ritorno in Italia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA