Catania – Fingendosi poliziotti, entrano in casa di una coppia di anziani, con la scusa di eseguire una perquisizione, e rubano oggetti e denaro ma vengono smascherati e arrestati. È accaduto a Catania. In manette sono finiti Alberto Gravagna, di 31 anni, Boris Sacha Scarlato, di 37 anni, e sua moglie Mascia Veronica Gabriella D’Autilia, di 38 anni. Indagini sono in corso per identificare un quarto complice.
I fatti risalgono a mercoledì scorso. Tre uomini ed una donna, presentandosi come poliziotti, hanno bussato alla porta di una coppia di anziani, nel quartiere di “Nesima”, annunciando che avrebbero dovuto effettuare una perquisizione. Sebbene stupìti ed increduli, ingannati dalla circostanza che la donna indossava una divisa, la coppia ha messo a disposizione il proprio appartamento. Approfittando del momento in cui uno dei falsi poliziotti stava acquisendo le complete generalità dei coniugi, gli altri si appropriavano di alcuni oggetti e di una somma di denaro, allontanandosi definitivamente dall’abitazione non prima di avere rassicurato le vittime che sarebbe stato loro rilasciato un verbale negli uffici della Questura, previa comunicazione telefonica con un’utenza risultata inesistente.
Poco dopo la coppia, comunque insospettita, ha verificato di essere stata derubata ed ha lanciato l’allarme. Ma il gruppetto aveva insospettivo anche alcuni abitanti della zona che, avendo annotato la targa dell’auto con cui i quattro erano giunti, l’ha comunicato alla polizia di Stato. Sebbene il mezzo risultasse di proprietà di una ditta di autonoleggio, in poco tempo, gli agenti sono riusciti a individuare gli occupanti, che sono stati arrestati. Nel corso di una perquisizione nell’abitazione dei coniugi Scarlato-D’Autilia, gli agenti hanno recuperato un giubbotto, vecchio modello, con il patch della Polizia di Stato, grazie al quale le vittime erano state ingannate. Gli indagati sono stati condotti nel carcere di Piazza Lanza, a Catania.
E la Polizia in merito a questo tipo di frequenti truffe e rapine, fornisce alcune informazioni e suggerimenti utili da ricordare a cominciare dal fatto che il personale della Polizia di Stato, come del resto delle altre forze dell’ordine, nel momento in cui si presenta indossando l’uniforme non è tenuto a identificarsi con l’esibizione del tesserino. Ciò nonostante, la normale attività di Polizia non include l’accesso degli agenti all’interno dell’abitazione, a meno che non debba procedersi ad atti di polizia giudiziaria quali ad esempio la perquisizione o il controllo finalizzato alla ricerca di armi irregolarmente detenute. Anche in tali circostanze, però, l’operatore di polizia è sempre tenuto a fornire, prima di compiere l’atto di P.G., le dovute spiegazioni ed, eventualmente, a richiedere la spontanea consegna di quanto ricercato. Delle operazioni compiute, che devono essere condotte necessariamente alla presenza della persona interessata, l’operatore di polizia rilascia sempre un verbale, e laddove ciò non fosse possibile per motivi contingenti, comunque tale atto deve essere stilato nell’immediatezza dell’operazione.
Pertanto, è assolutamente da escludere l’intervento della Polizia all’interno dell’abitazione di un cittadino senza che quest’ultimo sia costantemente presente. Dovrà dunque diffidarsi di chiunque si presenti alla nostra porta chiedendo di entrare accampando motivi generici (controllo, accertamento, “dobbiamo verificare una cosa”, ecc.) e ogni qualvolta insorgano dubbi sulla liceità di quanto sta accadendo si richiedano informazioni ai numeri di emergenza 113, 112 e 117, rispettivamente per Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Di seguito, alcuni consigli, frutto del bagaglio di esperienza della Polizia di Stato, per evitare di rimanere vittima di spiacevoli episodi.
ANDANDO IN BANCA O IN POSTA
IN GIRO PER ACQUISTI