L'OMICIDIO
Francofonte, interrogato il 21enne sospettato di aver accoltellato a morte Nicolas: la comunità è sconvolta
Il dolore per la scomparsa di un giovane di 17 anni corre sui social: e la città si interroga sui propri "figli"
Francofonte è ancora sotto shock per la morte di Nicolas Lucifora, il 17enne ucciso da una coltellata al petto al culmine di una lite scoppiata nella via Nastro azzurro, la strada della movida locale affollatissima di giovani sabato sera per la vigilia di Pasqua. Il giovane è rimasto coinvolto in una lite con un altro ragazzo poco dopo mezzanotte.
Il 17enne ferito è stato soccorso dal 118 ma è morto in ambulanza durante il trasporto in ospedale. Un omicidio che sarebbe avvenuto per futili motivi. Un 21enne che aveva avuto un diverbio con Nico, come lo chiamavano gli amici, è stato sentito per diverse ore dai carabinieri, e oggi è stato fermato dai carabinieri con l’accusa di omicidio: F.M. (sono le iniziali delle sue generalità) è accusato di aver sferrato la coltellata al petto risultata fatale per Nico.
Ma il fermo del sospettato non lenisce il dolore di una comunità sconvolta. Ieri mattina, non appena appreso dell’omicidio, il sindaco di Francofonte, Daniele Lentini, aveva firmato un’ordinanza per annullare tutte le manifestazioni culturali e religiose di Pasqua e Pasquetta. Anche l’arcidiacono di Francofonte, Luca Gallina, aveva espresso il suo profondo cordoglio per la morte di Nico sottolineando il dolore della comunità ecclesiale e invitando tutti alla preghiera e alla vicinanza alla famiglia in questo momento di dolore.
Un dolore che come detto ha sconvolto l’intera comunità. Nico era un ragazzo conosciuto e ben voluto, una ragazzo semplice senza troppi grilli per la testa, sportivo, che amava stare con gli amici ma anche lontano dai guai. Eppur qualcosa sabato sera deve essere andato. Certo non poteva immaginare di essere affrontato da un rivale armato di un coltello. La sua posizione ora è al vaglio della magistratura, probabilmente domani il Gip lo ascolterà.
Il dolore corre sui social
La società sportiva Azzurra Francofonte ha scritto un post su Facebook per ricordare Nicola Lucifora: «In questo momento di profonda tristezza, ci stringiamo attorno alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutti coloro che gli hanno voluto bene. Per rispetto e in segno di lutto, la società sospenderà ogni attività sportiva nella giornata odierna. rediamo che lo sport, e il calcio in particolare, possano essere strumenti fondamentali per educare i giovani al rispetto, alla condivisione, ai valori sani della vita. Episodi come questo ci colpiscono profondamente e ci spingono a rinnovare il nostro impegno nel promuovere uno sport che unisca, che insegni e che protegga. Ciao Nicola, il tuo sorriso e il tuo spirito giovane resteranno indelebili nei nostri cuori».
Sempre su Facebook scrive Francesco Vinci: «Non ho parole. E non so più che pensare. E mentre ci si augura Cristo Risorto, a Francofonte si muore a soli sedici anni uccisi a coltellate. Un bambino, per quel che ricordo, un mio ex alunno come tanti altri. Con tanta voglia di vivere. E che non meritava di morire. E che aveva ancora tanto da realizzare. Vola in alto Nicolas, farai Pasqua lassù. Alla luce del Cristo risorto. Che la terra ti sia lieve».
E ai social affida il suo sconforto anche il consigliere comunale Francesco Reale: « La tragedia che ha colpito Francofonte mi ha lasciato senza parole. La perdita di Nicolas Lucifora è una ferita profonda che ha sconvolto tutti noi. Come padre, sento un dolore che va oltre le parole. Non riesco a immaginare il vuoto, lo smarrimento, la sofferenza che stanno vivendo la sua famiglia e chi gli voleva bene. A loro va il mio pensiero più sincero, il mio affetto, la mia vicinanza».
Poi Reale cerca anche di capire cosa puà esserci dieri episodi tragici come l’accoltellamento mortale di Nico: «Non posso fare a meno di fermarmi e riflettere su ciò che questa tragedia ci sta urlando: nel nostro paese si respira una crisi sociale profonda. Una crisi fatta di solitudini, di rabbia taciuta, di giovani lasciati troppo spesso senza guide, senza alternative sane, senza spazi sicuri dove crescere. Abbiamo bisogno di ricostruire legami, di educare all’ascolto e al rispetto, di creare una rete vera attorno ai nostri ragazzi. Non è solo una questione di sicurezza: è una questione di umanità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA