Furti d'auto e "cavalli di ritorno", sette arresti a Palermo
La banda sarebbe responsabile di almeno 26 episodi. L'operazione congiunta di Carabinieri e Polizia
Sette persone residenti nel quartiere Zen del capoluogo siciliano sono accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio, rapina ed estorsioni: eseguivano i furti d'auto per poi applicare la richiesta di denaro per far riavere il mezzo ai proprietari, il cosiddetto "cavallo di ritorno". I carabinieri della compagnia San Lorenzo, insieme agli agenti della Squadra mobile della sezione reati contro il patrimonio, hanno eseguito per i sette l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari emessa dal gip di Palermo su richiesta della procura.
L’operazione è il risultato di un’indagine avviata nel 2021, condotta dal Nucleo operativo della compagnia San Lorenzo e dalla Squadra mobile che ha sgominato una banda ritenuta responsabile di una rapina a mano armata e di numerosi furti di autovetture e di motocicli, restituiti ai proprietari solo dopo avere ricevuto soldi in cambio tra 300 e 1.500 euro, il cosiddetto metodo del cavallo di ritorno.
Questi i nomi degli indagati sottoposti a custodia cautelare: Mirko Lo Iacono, 28 anni, Giuseppe Basile, 29 anni, Davide La Rosa, 21 anni, Stefano Angelo Randazzo, 25 anni, Francesco Nappa, 39 anni. Ai domiciliari sono finiti Carlo Mazzé, 22 anni, e Nicola Spinnato, nato a Cantù, 52 anni. Ci sono altri 22 indagati.