Gatto, Prezzemolo, Star Trek e Topo: i nomi in codice del boss per depistare le indagini
Le parole di Bucolo ascoltate dalle microspie degli investigatori piazzate nell’agenzia di pompe funebri
Il tentativo è miseramente fallito. Rosario Bucolo, vecchia conoscenza del Ros poiché già arrestato nell’inchiesta Caronte nel 2014, ha cercato di depistare possibili intercettazioni mettendo nomignoli e nickname ai “carusi” del gruppo Santapaola del Castello Ursino. A svelare la strategia è stato lo stesso indagato. Perché quando parlava di volpe, topo o star trek forniva la chiave di decriptazione a chi era in ascolto. Le microspie degli investigatori sono state piazzate nell’agenzia di pompe funebri diventata il luogo di incontri (mafiosi e anche elettorali).
La fantasia di "U 'Mbazzutu"
La fantasia di Bucolo (conosciuto come U ‘mbazzutu) è arrivata addirittura a cambiare gli alias dei boss. E così Salvatore Mirabella, storicamente conosciuto come Turi Palocco, diventa «suggi, topo». Il cognato di Mirabella, Santo Missale, è invece “u ponchio”. Mirabella e Bucolo entrano in collisione per la leadership. A un certo punto c’è un confronto, seguito in diretta dai carabinieri, nel corso del quale si accusano a vicenda in modo pesante.
Gatto e Prezzemolo
Mirabella avrebbe voluto estromettere due affiliati dal gruppo del Castello Ursino: “Gatto” e “Prezzemolo”, soprannomi attribuiti da Bucolo «rispettivamente a Emanuele Bonaccorso e Pierpaolo Di Gaetano.
E poi c’è Ernè e Star Trek, precisamente Ernesto Marletta e il parente, forse più conosciuto, Cesare. Ernesto Marletta (designato a diventare reggente della squadra non appena fosse tornato in libertà) già dal carcere aveva mandato un’ambasciata a Bucolo, dicendo che nell’attesa del passaggio di testimone doveva congelare organigramma e assetti. Qualsiasi cambiamento lo avrebbe deciso poi lui. «Dobbiamo chiarire quando viene Ernè. Per U suggi (Mirabella) non mi ha mandato a dire niente, mi ha detto: "lascia stare per adesso le cose per come sono che lui sa cosa fare!… stiamo parlando di Ernè, non è che stiamo parlando di un pinco pallino, o no!». Bucolo, infatti, stava parlando del suo “nuovo capo”.