Il blitz a Catania
Giuseppe Castiglione e il “libro mastro degli elettori”: «Lui vuole tutti i voti scritti»
Le carte: le intercettazioni svelano il sistema di raccolta dei consensi del deputato indagato
Una precisa contabilità del voto. Con pezze d’appoggio. Giuseppe Castiglione, finito in manette lunedì nel blitz Mercurio, avrebbe preteso anche dagli esponenti mafiosi la tenuta di un “libro mastro degli elettori”. Ancora una volta a fare da “portavoce” dei desideri dell’onorevole era Domenico Colombo, che per la procura sarebbe stato la cerniera tra il politico e la cosca Santapaola-Ercolano. I pm, infatti, lo hanno iscritto nel registro degli indagati per associazione mafiosa, anche se Colombo è stato condannato in primo grado per concorso esterno nel processo “Sangue Blu”. Fu arrestato pochi giorni dopo la vittoria di Castiglione alle Regionali.
Tutto schedato, dunque. Colombo lo diceva chiaramente a Rosario Bucolo, che è ritenuto un uomo di peso nel gruppo Santapaola-Ercolano del Castello Ursino. Bucolo, declinando un invito a pranzo con Castiglione, esorta Colombo a portare il “candidato” direttamente a casa a Librino. Sarebbe stata l’occasione per lanciare le sue “richieste” in cambio del “sostegno” elettorale alle Regionali 2022. «Domani gli faccio vedere quello che mi interessa a me», annuncia Bucolo, che nella telefonata si vanta del «numero dei potenziali elettori su cui avrebbe potuto contare in quella zona». «Gli faccio vedere un poco quanti cristiani ci sono là», aggiunge. Bucolo, vecchio lupo della mafia, ha idee un po’ datate sui sistemi di raccolta dei consensi elettorali. Per fare «numeri» serve un patronato, diceva a più riprese. Ed è qui che Colombo lo avvertiva. Castiglione avrebbe voluto tutto nero su bianco. Insomma «garanzie» in termini di riscontro «di voti».
Le regole sarebbero state queste: «Se, da un lato, sarebbe stato disponibile a soddisfare le richieste di Bucolo, dall’altro, avrebbe preteso un elenco scritto del numero di voti e degli elettori che il Bucolo prometteva». «Però lui vuole tutti i voti scritti», precisava Colombo. Bucolo non avrebbe battuto ciglio, «mostrandosi – annota la gip di Catania – perfettamente a conoscenza delle “regole” su cui si basano questo tipo di accordi». «Certo, carta e penna … lui mi dà una scheda, perché è una scheda dove ci sta messo, carta di identità nome e cognome e numero di tessera elettorale, giusto? lui mi dà questi fogli prestampati, 10 li prendo, se lui fa quello che dico io … gli metto ad uno vicino che già è mezzo imbracchiato (coinvolto, ndr) con tutti quanti …», spiegava Bucolo. E insisteva ancora sul patronato: «Noi l’importante che facciamo un patronato con una cristiana che sa sbrigare i documenti che dobbiamo fare a bomba, giusto?».
Colombo avrebbe fatto anche da mental coach a Castiglione, che gli confidava i timori di non riuscire ad accaparrare abbastanza preferenze utili per il seggio palermitano. «Tutto Librino è il tuo. Gli dai un po’ di fogli quelli là, nome, cognome e sezione e lui ti dà nome, cognome e sezione», diceva riferendosi sempre a Bucolo. Parole che per la gip sono un indizio della consapevolezza del politico autonomista della caratura criminale di Bucolo, che è dipendente di una ditta di onoranze funebri finita sotto sequestro preventivo.
Il cuore caldo dell’accordo politico-mafioso sarebbe stato, comunque, quello di avere le porte spalancate del cimitero di Catania. Castiglione, martedì mattina, ha spiegato pedissequamente alla giudice l’iter che portò all’approvazione della delibera sul camposanto, evidenziando che l’urgenza dell’atto fu sollecitata dalla giunta e il consiglio che lui presiedeva votò senza alcun emendamento. Insomma ha respinto il teorema accusatorio.
Quella delibera però per Bucolo non sarebbe stata sufficiente. E, infatti, ci sono dialoghi captati dal Ros in cui si pianificava di entrare in contatto con la “futura” amministrazione comunale. Tra i papabili da candidare come sindaco del centrodestra si ipotizzava il nome della parlamentare leghista Valeria Sudano. Colombo parlando con Bucolo assicurava: «Per il sindaco siamo tutti quanti con quella, con la Sudano, con Valeria». Bucolo non avrebbe perso tempo e «tramite un altro soggetto» avrebbe fatto «pervenire alla deputata e possibile candidata a sindaco» Sudano «una bozza del progetto che intendevano presentare per il cimitero di Catania».Tutto inutile. Il candidato scelto ed eletto è stato un altro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA