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I Gambino di New York, il clan che ha ispirato la saga de “Il Padrino”

Gli arresti tra Palermo e gli Usa: c'è di mezzo una delle cinque famiglie della Grande Mela

Di Redazione |

La famiglia mafiosa dei Gambino, una delle cinque famiglie di New York, non ha mai reciso il suo filo rosso con i clan palermitani. Anzi, c’è talmente tanta Sicilia nel clan che secondo molti fu il capostipite Charles Gambino, morto nel 1976 e al cui funerale c’erano politici, giudici, uomini d’affari, ad aspirare il personaggio di Vito Corleone ne Il padrino di Mario Puzo. Don Carlo arrivò da Palermo a New York nel 1921 e si stabilì a Brooklyn. E’ da qui che comincia la storia newyorkese del clan. L’ultimo boss di una certa caratura fu John Gotti, morto nel centro medico del carcere federale di Springfield, nel 2002. Fu l’ultimo boss e forse anche l’uomo che ha portato al declino la Famiglia Gambino, per decenni la più importante delle cinque che si spartivano New York.

Il Padrino

Charles Gambino si inserì subito negli anni Trenta negli affari del gioco d’azzardo, usura, estorsioni, contrabbando d’alcool, prostituzione. Poi anche nella droga, come emerse nell’inchiesta Pizza Connection del 1979. La morfina dalla Turchia arriva a Palermo dove le raffinerie di droga la trasformavano in eroina pronta per essere smerciata a New York. Una montagna di soldi riciclata in Svizzera e grazie anche ai buoni uffizi dei Caruana e Cuntrera. Charles Gambino diviene il boss alla fine degli anni Cinquanta e sotto la sua guida la Famiglia raggiunse un potere e un’estensione criminale enorme. Una piovra. All’inizio degli anni ‘60 l’organizzazione poteva contare su 2500 2000 affiliati e un giro d’affari di centinaia di milioni l’anno con interessi a Chicago, Los Angeles, Miami, Las Vegas e pure a Cuba. Don Carlo non fu mai arrestato nei 20 anni in cui fu il boss. Nel 1972, al culmine del suo potere, i federali intercettarono una riunione mafiosa svoltasi nella sua casa di Ocean Parkway di Brooklyn. Si sentivano le domande ma mai una sua risposta: il vecchio boss anziché parlare rispondeva annuendo o scrivendo bigliettini.

John Gotti e il declino

Gli successe Paul Castellano a sua volta ucciso nel 1985, secondo l’FBI, da John Gotti per prenderne il posto. Gotti fu arrestato nel 1990 dall’Fbi e accusato di tredici omicidi, usura, racket, gioco d’azzardo illegale ed evasione fiscale.

Gli “Scappati”

E poi ci sono i link con gli “Scappati”, gli uomini di Totuccio Inzerillo fuggiti in America per sottrarsi alla caccia dei corleonesi di Totò Riina. Ed era grazie ai Gambino che Inzerillo speravamo di riconquistare il potere a Palermo. In Pizza Connection emersero elementi di contatto tra gli Inzerillo e i Gambino sui grandi traffici di eroina e anche sul sequestro del bancarottiere piduista Michele Sindona. E anche quando la mafia siciliana ha deciso di riscoprire – storia degli ultimi 15 anni – il traffico di droga fu attraverso gli eredi degli Inzerillo e i Gambino. Ma in Cosa nostra palermitana non tutti erano d’accordo al rientro degli Inzerillo. C’è chi temeva i propositi di vendetta e chi invece li vedeva di buon occhio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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