I piani di vendetta e la videochiamata con il boss detenuto
Seby Ercolano cerca di contattare il padre ergastolano per avere l'autorizzazione a rispondere agli spari del cappelloto
«Ah, ieri è successo un manicomio». Seby Ercolano non ha aspettato molto tempo prima di poter ottenere il placet dal padre per poter tracciare la vendetta contro Pietro Gagliano, che si era macchiato di aver sparato contro due santapaoliani lo scorso ottobre in pieno pomeriggio al passareddu. Alquanto singolare è il modo in cui ha provato a comunicare con il genitore condannato all’ergastolo per omicidio. E quindi detenuto. Per farlo ha fatto una video-chiamata a un compagno di carcere di Ercolano senior. E precisamente a Salvatore Gurrieri, lo storico “puffo” del Villaggio Sant’Agata che è rimasto coinvolto in piena pandemia nel blitz antiracket Juke box. Il contatto è stato salvato nel registro contatti di Seby Ercolano con il nome di “nataleplus” e la foto di Tony Montana, il personaggio del film Scarface. Caso ha voluto che quell’immagine assieme a quella dei dieci comandamenti fosse ritrovata dai carabinieri durante l’irruzione, per eseguire il fermo, a casa arredata in perfetto stile Gomorra di uno dei santapaoliani finiti in manette martedì.
"Lo devi dire a mio padre"
«Glielo devi dire a mio padre… vedi cosa devo fare… perché mi stanno facendo gonfiare la m… che io ieri mi sono dovuto restare a casa… ieri… e io non mi rimango un’altra sera perché io non ho paura di nessuno e tanto meno loro non sono quelli che mi possono fare chiudere in casa!», Ercolano è stato un fiume in piena. E ha continuato: «Allora cosa si dovrebbe fare? Ieri li hanno buttati a terra. Qua non siamo nei videogiochi… che lui gioca al computer… siamo nel far west… Vah, mettiamocolo in testa… la parte dei Cappello spara… punto… Gli devi dire (riferendosi al padre, ndr) dove devo andare, cosa devo fare… perché mi giova per forza… non è che posso camminare così regalato». Per gli investigatori queste ultime considerazioni sono in riferimento al fatto che ha urgente necessità di reperire una pistola. Ercolano si è lamentato con Gurrieri del fatto che i cappelloti - a differenza loro - sono armati fino ai denti. «Come dovremmo litigare con i cristiani? Con il tirapietre, con la fionda, la mazza con i chiodi? Come dovremmo litigare? Mi sto anche vergognando», ha aggiunto in piena lamentela con Gurrieri che alla fine ha ceduto. «Va bene, domani ci parlo con papa!». Il detenuto prima di staccare la video-chiamata però ha cercato di avere un quadro più chiaro della situazione. «Ma mi dici una cosa? Con chi hai avuto la discussione?», ha chiesto. Ercolano ha risposto in modo scontroso: «Un’altra volta! Con il puffo…» (ha detto facendo il segno del cappello con le mani). «E lo chiamano come a me?», si è chiesto sorpreso il vecchio boss. «Come te lo chiamano… sì», ha chiarito il figlio di Mario Ercolano prima di chiudere la chiamata.
"Dovevate fare la guerra"
Dalle intercettazioni è emerso che alla fine il rampollo sarebbe riuscito a procurarsi una pistola. Ma nel frattempo un membro della famiglia Santapaola ha fatto pressing affinché ci fosse una risposta all’affronto subito: «Ora voialtri dovevate essere là a fare la guerra subito… per evitare di subito un altro affronto… non che sbentano (umiliano) solo a uno, “sbentano” a tutto il gruppo, a tutti».