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Il capitano Ultimo e la scorta revocata: «Questo è mobbing di Stato»

Di Redazione |

ROMA – «I peggiori sono sempre quelli che rimangono alla finestra a guardare come andrà a finire. Sempre tutti uniti contro la mafia di Riina e Bagarella. No abbandono No omertà No mobbing di Stato». Con una serie di tweet il colonnello Sergio De Caprio, noto come Capitano Ultimo e noto soprattutto per essere l’uomo che ha arrestato il capo dei capi Totò Riina nel 1993 esprime la sua rabbia per la revoca della sua scorta che scatterà domani, nell’anniversario peraltro dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Ultimo chiede anche polemicamente «chi ha visto il comandante dei carabinieri Giovanni Nistri?», ringrazia gli oltre diecimila firmatari della petizione promossa sulla piattaforma change.org per chiedere il mantenimento della tutela per l’ufficiale dei carabinieri e cita le parole dello stesso Dalla Chiesa contro “l’ingiustizia che sostiene la mafia di Riina e Bagarella e fa uccidere i combattenti del Popolo».

La notizia della revoca della scorta a Ultimo ha provocato diverse. «Vogliono togliere la scorta a Ultimo, l’uomo che fece arrestare Riina. Mercoledì al question time in Prima commissione Fratelli d’Italia chiederà al Ministro Salvini di mantenere la protezione. Gli eroi che hanno combattuto e che combattono la mafia devono essere sostenuti e difesi dallo Stato», ha scritto su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

«omani lo Stato italiano toglierà la scorta al Capitano Ultimo. Il Ministro Salvini dovrà portare in Parlamento l’elenco di chi viene ritenuto un obiettivo sensibile ed ha diritto alla tutela dello Stato. Compareremo nomi, azioni, storie. Al momento Saviano mantiene la scorta e Ultimo la perde», ha affermato invece, in una nota, Jole Santelli, deputata di Forza Italia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA