La dichiarazione
Il corteo per le vittime di mafia a Trapani, Margherita Asta: «C’è chi diceva che qui non esisteva»
«In questa provincia sono stati fatti grandi passi avanti per la lotta», ha detto la figlia di Barbara Rizzo e sorella di Giuseppe e Salvatore che morirono il 2 aprile 1985 nella strage di Pizzolungo
«In questa provincia sono stati fatti grandi passi avanti per la lotta alla mafia e pensare che dopo la morte di mia mamma e dei miei fratelli c’era chi diceva che la mafia a Trapani non esisteva. Oggi, invece, c’è la consapevolezza che il sistema criminale ha agito e continua ad agire nella nostra provincia». Lo dice Margherita Asta, la figlia di Barbara Rizzo e sorella di Giuseppe e Salvatore che morirono il 2 aprile 1985 nella strage di Pizzolungo (Trapani). L’obiettivo dell’attentato doveva essere il giudice Carlo Palermo ma, per una fatalità, saltarono in aria i familiari di Margherita Asta.
«Dopo 30 di Libera e a 40 anni dalla strage di Pizzolungo accendiamo i riflettori in questa provincia, ma non come è stato fatto per l’arresto di Matteo Messina Denaro dipingendo una provincia omertosa ma con la storia delle vittime di mafia», dice Margherita Asta. La sua giornata è iniziata stamattina con la deposizione di un mazzo di fiori sulla stele di Pizzolungo che ricorda la strage. Poi ha sfilato in corteo, insieme agli altri familiari delle vittime. Negli anni Margherita Asta ha coordinato Libera Trapani poi il trasferimento a Parma. Ma con la sua città d’origine non ha perso il legame: «Ognuno di noi deve fare la propria parte, a noi cittadini compete l’impegno di impegnarci quotidianamente per l’affermazione della legalità, senza girarci dall’altra parte».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA