DECESSO SOSPETTO
Il giallo siculo-veneto di Maria, portata via da Asiago e morta a Catania tra eredità e doppio testamento
La ricca 80enne deceduta in una casa di riposo etnea in circostanze misteriose: presentata una denuncia per circonvenzione d'incapace. La Procura ha disposto l'autopsia
Il telefono squilla a vuoto. Paola Pepe, la lontana parente di Maria Basso, l’anziana di Asiago morta a Catania in circostanze ancora tutte da chiarire, non risponde a numeri che non sono nella sua rubrica del cellulare. Negli ultimi giorni, d’altronde, i cronisti di Vicenza l’hanno bersagliata cercando di avere la sua versione dei fatti in una storia che potrebbe diventare il nuovo copione di un film di Tim Barton.
Ma riavvolgiamo il nastro. Maria Basso era un elegante signora di 80 anni che dopo una vita in giro per il mondo, ha deciso di tornare in provincia di Vicenza per prendersi cura dei genitori. Senza figli, da qualche tempo era ospite di una Rsa sull’Altopiano.
All’improvviso, a inizio dicembre, non è più tornata nella struttura. Motivi? I parenti catanesi l’avrebbero convinta a seguirli in Sicilia. Una cosa molto strana visto che questi familiari hanno conosciuto Maria l’estate scorsa. Precisamente alla sua festa di compleanno – per l’ambito traguardo degli ottant’anni – dove l’anziana aveva deciso di riunire un po’ di amici e parenti. Da quei festeggiamenti, i catanesi sarebbero andati a trovarla molto spesso. Quando la donna è sparita, il 2 dicembre scorso, alla procura di Vicenza è arrivato un esposto di un familiare e per atto dovuto è stato aperto un fascicolo per circonvenzione di incapace. I pm hanno anche disposto l'autopsia.
Poi però la situazione si è complicata. Il 16 dicembre Maria Basso è deceduta nella casa di riposo dove i parenti siciliani l’avevano portata.
Ma in questi quattordici giorni dall’arrivo a Catania al decesso sarebbero successe una serie di cose molto inquietanti. Su spinta dei parenti siciliani – scrive il Corriere del Veneto – la donna vicentina avrebbe pure modificato il suo testamento. Tutto sarebbe stato fatto in un ufficio notarile catanese.
Maria Basso avrebbe avuto in cassaforte un tesoretto di mezzo milione di euro, che a dire di chi la conosceva aveva destinato – con tanto di testamento depositato da un notaio – 15 anni fa a un istituto salesiano di Milano. Ma a chi andrà la ghiotta l’eredità? Questo si saprà solo quando sarà svelato il contenuto del nuovo testamento, che a questo punto dovrebbe avvenire solo tra qualche settimana. Ma, visto quanto è accaduto, molto probabilmente potrebbe anche essere impugnato.
Tanti sono gli interrogativi che girano attorno a questo thriller siculo-veneto. Perché è stata portata via da Asiago? Come è stata convinta a prendere un aereo diretto alle falde dell’Etna? I parenti vicentini della donna avrebbero presentato una denuncia per circonvezione d'incapace.
Appena sbarcati a Fontanarossa, i cugini siciliani dell’anziana avrebbero fatto pervenire al notaio, quello che custodiva il testamento, la richiesta di togliere a una cara amica della donna – Clelia – la procura speciale per la gestione dei conti e di farne una nuova intestata a loro. Ma il professionista si sarebbe rifiutato visto che la donna – come racconta l’avvocato Roberto Rigoni Stern a La Sicilia – aveva capacità cognitive ma non aveva l’autonomia di poter tenere una penna in mano. Al Tribunale di Vicenza, infatti, sarebbe stata depositata un’istanza per nominare un amministratore di sostegno.
L’anziana non ha passato molto tempo in Sicilia. Poco più di due settimane. Poi il suo cuore ha smesso di battere. Maria Basso – trapela dai media locali del Veneto – sarebbe morta dopo un pranzo a base di spaghetti offerto dai parenti siculi. Pare però che per le sue condizioni di salute la donna si sarebbe potuta nutrire solo con omogeneizzati. «Non poteva mangiare quella pasta». Da Asiago, inoltre, sospettano anche che nella Rsa catanese alla signora non somministrassero i farmaci necessari.
Ma per capire le cause della morte si dovrà attendere l’esito dell’autopsia. La salma dell’anziana è al Cannizzaro di Catania in attesa dell’espletamento dell’esame autoptico.
L’inchiesta – secondo accreditate fonti consultate dal nostro giornale ieri sera – da Vicenza sarebbe stata affidata per competenza alla procura di Catania. Dal Veneto alla Sicilia le bocche restano cucite, ma gli amici e i conoscenti di Maria adesso pretendono tutta la verità. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA