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Il “j’accuse” del procuratore Zuccaro: «A Catania depurazione inadeguata»

Di Redazione |

«In provincia di Catania, ed in particolare nel nostro territorio, i danni ambientali sono provocati dalla insufficienza, dalla inadeguatezza del sistema di depurazione. Nel territorio di questa Procura ricadono 15 procedure di infrazione. Questo sistema provoca per la sua inadeguatezza danni ambientali di portata rilevante e l’unico modo per evitarli sarebbe di procedere a finanziamenti e progettazioni adeguate di opere pubbliche che non sono invece mai state portate a compimento».

Lo ha detto il procuratore della Repubblica a Catania Carmelo Zuccaro durante una audizione sul tema della depurazione delle acque reflue in Sicilia da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. L’audizione, alla quale ha preso parte il procuratore aggiunto Agata Santonocito, è stata trasmessa in streaming sulla webTv della Camera dei Deputati.

«Si avverte frustrazione da parte del mio ufficio – ha aggiunto il Procuratore – per quelli che sono i limiti di un intervento repressivo di carattere penale in un sistema che certamente è particolarmente inficiato proprio dall’inadeguatezza e dalla vetustà degli impianti per poter prevenire quei rischi e quei danni ambientali che invece la normativa di cui noi dovremmo assicurare la vigilanza è chiamata ad impedire».

«Tutti gli impianti di depurazione sistemati nel nostro territorio – ha rimarcato Zuccaro – sono assolutamente inadeguati rispetto al compito che dovrebbero perseguire, a cominciare dal più grande, che è il sistema fognario che interessa la città di Catania e l’impianto di depurazione di Pantano d’Arci che, se funzionasse, dovrebbe interessare un bacino di oltre 540 mila utenti mente invece purtroppo attualmente serve soltanto circa 70 mila. In questa situazione individuare responsabilità penali collegati alla mancata attivazione di depuratori efficienti è assolutamente impossibile».

«Per quanto riguarda il depuratore di Pantano d’Arci – ha spiegato il Procuratore – si tratta di una situazione che si protrae da oltre 9 anni e in cui si sommano insieme errori nell’indicazione di importi da finanziare per l’esecuzione dei lavori, errori nella progettazione preliminare e poi esecutiva degli impianti, perdite di finanziamenti anche da parte della comunità europea che erano stati stanziati e ricorso ad altri sistemi di finanziamento che ancora non hanno prodotto un risultato efficiente». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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