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l'intervista

Il ministro Urso: «Sicilia hub d’Europa, la transizione energetica creerà più occupazione»

Oggi a Catania e Siracusa: «Prescrizioni operative e ambientali a garanzia dei dipendenti Isab. Il Ponte si farà»

Di Massimiliano Torneo |

Oggi il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, sarà a Siracusa ospite di Confindustria sul tema della transizione energetica. Ma come si fa a immaginare il futuro dei poli energetici siciliani se non sono ancora chiare le direttive Ue? Col no ai biocarburanti sarebbe carta straccia tutto il piano di riconversione. «L’obiettivo – dice Urso a La Sicilia – è coniugare le vocazioni del nostro Paese, le sue peculiarità territoriali con le esigenze che la transizione ecologica e digitale ci impone: lo si deve fare con sano pragmatismo e non con ideologia preconcetta. È quello che abbiamo detto in Europa, invocando il principio di neutralità tecnologica all’interno della discussione sul regolamento sui veicoli leggeri, permettendo di salvaguardare il motore endotermico anche dopo il 2035 e, quindi, l’importante comparto italiano della componentistica. Intendiamo continuare ad avere un confronto significativo a livello europeo su tutti i dossier che saranno discussi, a partire dal prossimo Consiglio sulla competitività che si terrà a Bruxelles il 22 maggio. Sui biocombustibili siamo più ottimisti dopo il documento del G7 che ci ha dato ragione e le deliberazioni Ue sull’uso del biocombustibile nel settore aeronautico».È stato possibile, per il governo, valutare il piano di investimenti di Goi energy, che subentra a Lukoil alla guida della raffineria Isab di Priolo, o l’ok alla cessione, con prescrizioni, prevede solo garanzie a breve termine?«Il governo ha imposto, tra le condizioni per il consenso alla cessione, la certificazione da parte di un soggetto indipendente del piano industriale di medio e lungo periodo predisposto da Goi Energy, il mantenimento della produzione e dei livelli occupazionali, gli investimenti nel recupero ambientale. Nell’ambito dell’istruttoria, inoltre, Goi ha esposto il suo programma per la transizione verde, illustrando i progetti che sarebbero implementabili nel breve periodo».Un anno fa per effetto della crisi Ucraina la principale raffineria siciliana, in quel momento di proprietà russa, subiva l’effetto di sanzioni secondarie. Con l’embargo al greggio russo rischiava la chiusura. Il suo governo è intervenuto con più decreti. Alla fine, Lukoil ha venduto. È soddisfatto?«Sì, sulla base del fatto che l’Isab non ha chiuso un giorno, continuando a operare senza interruzioni, salvaguardando produzione e occupazione. Cosa non scontata, vista la situazione che si era andata a configurare. Abbiamo utilizzato spesso la Golden Power in queste settimane, come nel caso dell’Isab, prevalentemente per indirizzare e garantire l’interesse nazionale, non per vietare. Perché la nostra concezione è di uno Stato che favorisce le operazioni industriali secondo un preciso indirizzo strategico, a tutela del nostro interesse nazionale».Oggi incontrerà gli operai Isab: quando il governo chiede il mantenimento dei livelli occupazionali si parla solo di interni o delle aziende esterne?«Il governo ha imposto il mantenimento dei livelli occupazionali della Isab per i prossimi 5 anni. È quanto è possibile fare nell’ambito delle sue prerogative. La migliore garanzia per il mantenimento dei livelli occupazionali dell’indotto e di tutta l’area sono le prescrizioni sulla continuità operativa e sulla solidità del piano industriale di medio e lungo periodo».Un altro intervento a salvaguardia del lavoro in questa area è stato il Dpcm che ha dichiarato “di interesse strategico” il depuratore Ias sotto sequestro per disastro ambientale. Il decreto successivo di marzo, con le misure per bilanciare esigenze produttive e ambiente, è sparito dai radar: che fine ha fatto?«Sono in corso gli ultimi approfondimenti tecnici tra tutte le amministrazioni coinvolte per garantire nella maniera più efficace il rispetto dei parametri ambientali richiesti».Etna Valley è strategica per l’affrancamento energetico del Paese? In Sicilia cresceranno anche gli impianti fotovoltaici (e il lavoro)?«Gli investimenti che si stanno realizzando e quelli che sono in programma possono fare della Sicilia e dell’Etna Valley quello che avevamo sempre immaginato: la Silicon Valley europea capace di competere a livello globale. Siamo convinti che questa sia la scommessa dell’Italia. Sul fronte energetico stiamo seguendo la realizzazione del più grande stabilimento di pannelli solari d’Europa, portato avanti dall’Enel. Il fotovoltaico è la grande scommessa, e per la Sicilia rappresenta un’opportunità significativa, anche perché crea occupazione».Per il Ponte è la volta buona?«Il Ponte sullo Stretto si farà. Questa infrastruttura è un segno dei tempi: la sua realizzazione avviene quando l’Europa sta iniziando a capire che deve necessariamente orientare tutta se stessa verso il Mediterraneo e l’Africa, dopo che l’invasione russa in Ucraina ha creato un’altra cortina di ferro, fortunatamente più a oriente rispetto a Trieste. Il Ponte è un simbolo di questa svolta».

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